SS 106 Reggio-Taranto, la “strada della morte”: “servono regole condivise da tutti”

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L’Avv. Lenin Montesanto, attraverso una lettera aperta, mi sollecita ad una riflessione circa le inciviltà presenti quotidianamente sulla “strada della morte” che ampliano disagi e rischi per i moltissimi viaggiatori che proprio in questo periodo la percorrono. Una doverosa premessa credo sia tuttavia opportuna. La mia battaglia di civiltà si pone un obiettivo molto chiaro: l’ammodernamento della strada Statale 106 in Calabria! Questo è il vero nonché il più alto obiettivo, lo scopo che deve e che può essere raggiunto a patto di volerlo fino in fondo, di volerlo veramente“. Lo afferma, in una nota, lo scrittore Fabio Pugliese.

È evidente che l’obiettivo di ammodernare la S.S. 106 è molto alto e non è di breve scadenza. Questo ci impone da un lato un grande senso della realtà (evitandoci di scadere nella demagogia), mentre dall’altro ci permette di scegliere tutto: la S.S. 106 è, purtroppo, la strada della morte perché è una strada obsoleta, inadatta, illegale, pericolosa, degradata ed abbandonata e, più in generale, indegna di un Paese civile; allo stesso tempo è anche la strada della “stupidità, dell’anarchia e dell’irresponsabilità”. Ciò aggrava purtroppo le tristi statistiche legate appunto alla S.S. 106: in questo senso lo sforzo e l’impegno del sottoscritto ed, insieme, di quanti con me s’impegnano nella causa è volto a far capire semplicemente due cose. La prima: la strada è pericolosa ed uccide. La seconda: se già da sola la strada è pericolosa ed uccide è importante che ognuno di noi nel proprio piccolo si impegni a non adottare sulla “strada della morte” comportamenti che possano violare il codice della strada, le regole più elementari della buona guida e, sostanzialmente,  del buon senso. In pratica l’impegno deve essere quello di ottenere una strada, atteso che una strada non l’abbiamo, e nell’attesa cerchiamo di fare ciò che è possibile per far diminuire i rischi ed i pericoli che sulla “strada della morte” purtroppo non mancano mai partendo da adesso. In questo contesto la tua riflessione la sposo e la condivido insieme anche ad altre riflessioni: nel comune di Crosia e nella frazione di Mirto più volte il sabato sera ho avuto modo di telefonare le forze dell’ordine per segnalare personalmente elementi di pericolosità a ridosso di attività commerciali presenti sulla S.S. 106; le foto che mi hai inviato circa le luminarie in via di rimozione sulla S.S. 106 nei giorni più caldi di agosto (in termini di traffico e non solo di temperatura), sono una incredibile anomalia così come le feste dedicate ai santi di una Chiesa calabrese che sul tema è sempre troppo silente mentre dovrebbe iniziare a capire che è rimasta la sola e l’unica a non interessarsi al problema; ed anche i parcheggi in doppia fila o, peggio, le soste anche se temporanee sulla S.S. 106 (presenti in ogni comune compreso il mio, Calopezzati, ma anche gli altri dislocati sulla “strada della morte” Cariati, Pietrapaola, ecc.), sono intollerabili e pericolosissimi; ecc“.

Ovviamente sarebbe opportuno che una maggiore sensibilità sul tema e, quindi, una maggiore attenzione, una forte denuncia e, subito dopo, qualche azione concreta per affrontare e risolvere il problema sia attuata dai Sindaci. È inutile presenziare con la fascia tricolore ad uno dei molti funerali di una vittima della S.S. 106 per manifestare il proprio cordoglio ed il proprio sdegno se poi non si riesce ad essere consequenziali con i fatti: emettendo ordinanze ed adottando provvedimenti utili alla salvaguardia della civiltà, delle regole e della sicurezza della vita di quanti purtroppo sono costretti a percorre la “strada della morte”. In tal senso sento di rivolgere un appello ai primi cittadini dei comuni interessati dalla S.S. 106: diamo vita ad un ampio momento di discussione e di confronto tra i cittadini, i rappresentanti locali, le associazioni, i commercianti, ecc. affinché possano essere adottate da tutti (nessuno escluso), regole ed atteggiamenti comuni di buon senso, di rispetto per l’altro e di tutela per gli automobilisti affinché sia evitato il peggio. Spero davvero con il cuore che questo mio appello non cadrà nel nulla e che sia raccolto da quanti hanno la responsabilità non solo di impegnarsi per ottenere una Nuova S.S. 106 ma, soprattutto, di rendere più sicura quella di oggi che, purtroppo, sicure non è“.

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