Il rilancio di Messina inizia da Roma: trasferta di Accorinti per incontrare il premier Renzi

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La realizzazione del secondo palazzo di Giustizia alla ex caserma Zuccarello; la questione del ruolo strategico dell’Autorità Portuale per la città; il porto di Tremestieri e altro ancora. Sono questi i temi caldi della città di Messina, gli stessi che domani 26 agosto, il primo cittadino Renato Accorinti tratterà a Roma con il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ma non sarà solo una elencazione dei problemi che i messinesi conoscono bene: nel corso della riunione Accorinti illustrerà al Premier l’agenda degli interventi per i quali ne richiederà l’inserimento nel decreto “Sblocca Italia”.

Ecco alcuni punti salienti che verranno discussi e che Palazzo Zanca rende noti:

1) ASSEGNAZIONE AL COMUNE DI UNA PORZIONE (4 ETTARI SU 15) DEL COMPLESSO MILITARE CASERMA CRISAFULLI – CASERMA ZUCCARELLO CON FINALITÀ DI REALIZZAZIONE DEL <SECONDO PALAZZO DI GIUSTIZIA. L’operazione consentirebbe l’attivazione del finanziamento di circa 17 milioni di euro, già disponibile e bloccato da oltre 28 anni, per la mancata individuazione di un’area idonea allo scopo, consentendo altresì importantissime economie in relazione ai fitti passivi per motivi di giustizia (circa 1,5 mln.euro/anno). La soluzione qui individuata ha finalmente trovato l’unanimità dei consensi nella comunità cittadina, date le sue caratteristiche di ottimalità logistica, garanzia di sicurezza per le attività di giustizia e la possibilità che offre di realizzarvi tutti i servizi adeguati per la costruzione di un’impronta urbanistica positiva con caratteristiche di sostenibilità e apertura di servizi ai cittadini (dagli spazi per parcheggio alla realizzazione di aree verdi e mini-parchi urbani);

2) AUTORITÀ PORTUALE. In vista della prospettiva di riduzione del numero di Autorità Portuali su tutto il territorio nazionale, la città di Messina evidenzia il ruolo fondamentale e strategico svolto dalla sua Autorità nel governo del traffico marittimo nazionale e internazionale che transita sullo Stretto di Messina. La forza strutturale del porto di Messina è testimoniata dalle dotazioni (km. di banchine, infrastrutturazione ferroviaria nel porto storico, collegamento diretto al sistema autostradale nazionale a Milazzo-Giammoro) dal volume del traffico-passeggeri (Messina è il primo porto d’Italia per numero di passeggeri) e del traffico ro-ro (Messina è il primo porto d’Italia, con 19 milioni di tonnellate/anno), dallo sviluppo degli accosti legati al crocierismo (ottavo porto italiano), dalle potenzialità del settore diportistico e della portualità commerciale (pontili di Giammoro). Per queste ragioni, Messina rivendica la sua autonomia e ritiene che eventuali accorpamenti di Autorità Portuali, qualora inevitabili, debbano comunque seguire una logica di complementarietà funzionale e di potenziamento e sviluppo delle attività. In quest’ottica, l’ipotesi di accorpamento tra Messina, Catania e Augusta non risulta convincente; data la sovrapposizione di funzioni (crocierismo, rinfuse liquide), infatti, si determinerebbe una competizione interna tra Messina e Catania e tra Milazzo e Augusta, con pochi elementi di funzionalità e di reale sviluppo delle attività. Al contrario un disegno di Autorità Portuale interregionale (Sicilia e Calabria), che includa il porto transhipment di Gioia Tauro e l’Area dello Stretto di Messina (Messina, Reggio Calabria, Villa S. Giovanni), appare sicuramente offrire le maggiori prospettive di sviluppo delle attività, anche a servizio del potenziamento del trasporto marittimo nazionale, configurando la razionale conformazione di una sede polivalente e specializzata, col primo porto nazionale per traffico merci, il primo porto nazionale per traffico ro-ro, il primo porto nazionale per traffico passeggeri, un sistema di hub and spoke per la redistribuzione della merce containerizzata verso la Sicilia, con Milazzo-Giammoro che costituisce l’interfaccia naturale di Gioia Tauro per la Sicilia tirrenica, mentre la realizzazione della <piastra logistica> a completamento del porto di Tremestieri determinerebbe il riferimento logistico per la distribuzione verso la Sicilia jonica e l’entroterra;

3) CONTINUITÀ TERRITORIALE TRA LE CITTÀ DELLO STRETTO. La città di Messina si interfaccia con Villa S. Giovanni e Reggio Calabria, ponendo un problema di garanzia della continuità territoriale, in particolare con riferimento all’intenso flusso di passeggeri e pendolari che quotidianamente attraversa lo Stretto di Messina per motivi di lavoro, di studio o per altra motivazione (servizi commerciali, sanitari, ragioni personali). Anche a causa della riduzione progressiva dei finanziamenti dedicati di provenienza governativa, il servizio di attraversamento rapido è andato diminuendo negli anni più recenti, rimanendo collegato ad una gestione sempre meno funzionale e non più rispondente alle reali esigenze di mobilità. La realizzazione di un adeguato sistema di trasporto, da integrare con quelli messi a punto dalle aziende che nelle due città gestiscono la mobilità urbana, incrementerebbe gli scambi (lavorativi, educativi e commerciali) tra le due sponde dello Stretto, portando ad un miglioramento delle condizioni economiche dell’area integrata dello Stretto. La situazione attuale sancisce di fatto (per tariffe e frequenza dei collegamenti) l’assenza della continuità territoriale, garantita invece in altre regioni, ed è la negazione del diritto alla circolazione nell’area degli abitanti dei Comuni che si affacciano sullo Stretto. Questa situazione costituisce un freno, ingiustificato e anacronistico, alle reali possibilità di sviluppo dell’area. Vanno quindi promosse azioni che possano garantire un adeguato (sia in termini di orari che di tariffe per i residenti), livello di mobilità tra i comuni di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni per migliorare le possibilità di crescita dell’area;

4) INTERVENTI PER GLI ENTI IN DIFFICOLTÀ FINANZIARIA. 4.1) Il termine per l’approvazione dei piani pluriennali di riequilibrio è attualmente fissato il 3 settembre. Considerando i problemi posti dall’approvazione degli strumenti tariffari (TASI, TARI) ed il tempo necessitato da questi adempimenti, si chiede per l’anno 2014 di spostare al 30 settembre, per i Comuni che abbiano già approvato con delibera di Giunta la proposta di piano di riequilibrio, la data per l’approvazione dei piani di riequilibrio finanziario da parte dei Consigli comunali, introducendo nel decreto <Sblocca Italia> un articolo dal seguente contenuto: < il comma 573 dell’art. l della legge n. 147 del 27 dicembre 2013 è sostituito dal seguente testo: 573. Per l’esercizio 2014 gli enti locali che hanno avuto il diniego di approvazione da parte del Consiglio comunale del piano di riequilibrio finanziario, come previsto dall’art. 243-quater, comma 7, del testo unico di cui al Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e che non abbiano dichiarato il dissesto finanziario ai sensi dell’art. 246 del medesimo testo unico, possono riproporre, previa deliberazione consiliare, entro il termine perentorio del 30 settembre 2014, la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale di cui all’art. 243-bis del citato testo unico, e successive modificazioni, qualora alla data di entrata in vigore della presente disposizione oppure entro il 15 agosto 2014 sia stato approvato con delibera di Giunta Municipale la proposta di piano di riequilibrio pluriennale di cui al suddetto art. 243-bis. In pendenza del predetto termine del 30 settembre non trova applicazione l’art. 243-bis, comma 3, del citato testo unico>. La norma proposta non necessita di copertura di spesa e la forma può essere modificata secondo necessità o opportunità. Contatti con la Ragioneria e la Commissione per la stabilità finanziaria degli Enti locali paiono evidenziare l’assenza di elementi ostativi ad una positiva valutazione della proposta. L’attuale termine del 3 settembre evidenzia l’urgenza dell’intervento normativo proposto e la necessità di inserirlo nel redigendo decreto <Sblocca Italia>. 4.2) Riteniamo particolarmente importante, ai fini sia della facilitazione degli accordi con i creditori che della velocizzazione dei pagamenti della PA, che il decreto <Sblocca Italia> contenga apposita normativa (già predisposta dall’ufficio legislativo del MEF e condivisa dal Ministero dell’Interno e dalla Funzione Pubblica), orientata a facilitare i pagamenti della P.A., consentendo (tramite apposito intervento interpretativo) l’utilizzo immediato dei fondi concessi alle amministrazioni in predissesto a valere sul D.L. n. 174;

5) ULTERIORI INTERVENTI FINANZIABILI CON I FONDI A SUO TEMPO PREVISTI PER LE OPERE COMPENSATIVE PER IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 aprile 2013, la Stretto di Messina S.p.A. è stata posta in liquidazione ai sensi dell’art. 34 decies del D.L. 18 ottobre 2012 n. 179 (convertito con modificazioni dalla Legge 17 dicembre 2012 n. 221). Le opere compensative per la città di Messina concordate con la società prevedevano finanziamenti per 231 milioni di euro (giusta nota 1467 del 22/12/2010 inviata all’Amministrazione pro tempore). Sempre nella legge n. 221/2012, il comma 6 dell’art. 34-decies recita che la società può essere autorizzata, previa approvazione dei progetti definitivi da parte del CIPE e d’intesa con le regioni interessate, ad eseguire lavori infrastrutturali funzionali all’esigenza dell’attuale domanda di trasporto anche in caso di mancata realizzazione del Ponte, ricompresi nel progetto definitivo generale, a carico del bilancio dello Stato nei limiti delle risorse che saranno individuate con successivi provvedimenti. Si chiede pertanto che gli importi originariamente previsti per le opere compensative siano utilizzati per la realizzazione di: l) interventi già concordati tra la società e l’Amministrazione pro tempore; 2) rifunzionalizzazione di aree militari dismesse; 3) completamento dell’infrastruttura portuale di Tremestieri con la costruzione della <Piastra Logistica>; 4) recupero della <Zona Falcata>;

5.1) OPERE PREVISTE NEGLI ACCORDI TRA STRETTO DI MESSINA E AMMINISTRAZIONE. Negli ultimi trentacinque anni, Messina e l’Area dello Stretto sono state illuse da una falsa promessa di sviluppo che si chiamava <Ponte sullo Stretto>. Opera inutile, costosissima e devastante che da sempre abbiamo avversato. Come si fa spesso, per addolcire l’impatto devastante delle grandi opere, anche in questo caso si erano promesse una serie di <opere compensative> che realmente sarebbero servite allo sviluppo del territorio. Ad oggi il risultato finale è: la società <Stretto di Messina> è in liquidazione; sono stati sperperati centinaia di milioni di euro di fondi pubblici in progetti e consulenze; nessuna traccia delle opere compensative; nessun altro tipo di investimento in opere infrastrutturali, ferme agli anni Sessanta. La realizzazione degli interventi sottoelencati rappresenterebbe un importantissimo momento di sviluppo infrastrutturale, economico e sociale della città di Messina oltre ad un giusto riconoscimento dei notevoli sacrifici e danni ambientali dalla stessa patiti per il ruolo di transito e snodo nel sistema nazionale di trasporto che, data la localizzazione degli approdi in zone centrali della città, impone tuttora un insostenibile impatto aggiuntivo di traffico sia pesante che leggero a quello (già di per sé intenso, data la caratteristica lineare della pianta urbana) autonomamente sviluppato dalla città. Il finanziamento farebbe tesoro dei costi già sostenuti per l’elaborazione dei relativi progetti. Si elencano di seguito alcune delle opere compensative, inserite nel Progetto Definitivo del Ponte, che si ritengono di particolare rilevanza per la città di Messina. INTERVENTI ATTUATIVI PIANO PARTICOLAREGGIATO PORTO-TREMESTIERI – € 34.125.000. Recupero Real Cittadella – Centro Urbano, previa realizzazione di un Centro Servizi ed annesso Parco di ricucitura tra la <Real Cittadella ed il Centro Urbano e Riqualificazione dell’Area Maregrosso – S. Cecilia> – quale azione attuativa del Programma <Porti & Stazioni> nell’area ricompresa tra la Zona Falcata e Tremestieri. GANZIRRI – CAPO PELORO. Impianti di raccolta acque meteoriche lago Ganzirri e via ex Provinciale Granatari per un importo di 4.544.332 euro ed il Piano Particolareggiato Capo Peloro per 56.990.325 euro. Nuova viabilità di collegamento tra la strada comunale Granatari e la via Marina di Fuori, sistema dei parcheggi pubblici a raso, servizi ingresso al parco; sistemazioni a verde (mq 49.500), restauro delle ex Torri Morandi di contrappesatura dell’elettrodotto aereo dello Stretto; tre edifici di nuova edificazione destinati a <Musei – laboratori>, servizi di quartiere, impianti a rete a servizio delle aree interessate dagli interventi; riconfigurazione della base dell’ex Pilone ENEL per servizi per il tempo libero legati alla fruizione del mare, acquario sommerso denominato <gorgo di Cariddi>. RINATURALIZZAZIONE E RIPASCIMENTO COSTA S. MARGHERITA, 5.118.000 euro per i lavori di completamento 3° stralcio (S. Margherita) esecutivo; ADEGUAMENTO E RIQUALIFICAZIONE VIA PANORAMICA DELLO STRETTO, per un importo di 8.850.000 euro; VARIANTE FARO SUPERIORE – TONO,  12.285.000 euro per la realizzazione di una nuova strada che avrà origine dalla S.P. n. 45 e si estenderà in direzione Tono sulla S.P. n. 49 con tratti in adeguamento di viabilità esistente; COMPLETAMENTO VIABILITÀ TORRENTE PAPARDO – FARO SUPERIORE, 15.000.000 di euro relativamente all’area in prossimità del torrente Papardo che è sede di importantissimi poli di servizi (Ospedale, Università) oltre che di insediamenti residenziali. L’area rivestirà un sempre maggiore ruolo nella vita sociale ed economica della città di Messina, con la necessità di possedere opere di urbanizzazione adeguate a questo ruolo;

5.2) RIFUNZIONALIZZAZIONE DI STRUTTURE MILITARI NON PIÙ IN USO. Le aree militari dismesse di Bisconte e Annunziata (Campo Italia), attualmente in uso al Ministero della Difesa, risultano non più utilizzate da molti anni. Il loro conferimento al patrimonio del Comune di Messina consentirebbe il riutilizzo delle stesse per usi diversi, in particolare le aree di Bisconte possono essere destinate a parco urbano e ad emergenza abitativa e/o accoglienza. La zona di Campo Italia (Annunziata alta), sita al di fuori del centro urbano, potrebbe essere destinata alla realizzazione di una casa circondariale basata su principi di rieducazione e riabilitazione. Questo intervento permetterebbe di liberare l’attuale immobile (sito in località Gazzi) attualmente destinato ad istituto di pena che si trova ormai in una zona densamente popolata della città;

5.3) PORTO E PIASTRA LOGISTICA A TREMESTIERI. È finanziato il completamento del porto di Tremestieri, che consentirà la definitiva liberazione della città di Messina dal transito dei mezzi gommati pesanti per l’attraversamento dello Stretto di Messina; i lavori per l’ampliamento dell’attuale infrastruttura, con la realizzazione delle invasature adeguate al servizio di <autostrade del mare>, partiranno entro il 2014. Al fine di sostenere la razionalizzazione della distribuzione delle merci in arrivo a Messina per una distribuzione che interessi sia la città che ad ogni altra destinazione regionale, è progettata la realizzazione di una <piastra logistica> per la facilitazione del trasbordo su gommato delle merci in arrivo. La realizzazione della piastra logistica richiede un finanziamento di circa 40 milioni di Euro. Poniamo al Governo l’esigenza di recuperare i fondi necessari per la realizzazione di questa infrastruttura che (particolarmente nella visione strategica connessa all’attivazione dell’Autorità Portuale del basso Tirreno indicata al punto 2) ha lo scopo di interfacciare l’approdo di Tremestieri con il porto di Gioia Tauro, completando il sistema hub and spoke per la distribuzione delle merci provenienti dall’attività di transhipment.

5.4) ZONA FALCATA. La zona della Falce del porto di Messina contiene, ancora oggi, i resti delle più importanti vestigia storiche della città: il Forte San Salvatore voluto da Carlo V e realizzato su preesistenze storiche (si trova nelle aree in uso alla Marina), la cinquecentesca Lanterna del Montorsoli e la seicentesca Cittadella che attualmente versa in stato di abbandono, in cui negli anni ’70 fu addirittura realizzato un inceneritore (oggi in disuso e da demolire); rappresentano un insieme di beni d’interesse culturale di rilevanza internazionale. La possibilità di intervenire con un progetto che metta a sistema queste realtà attraverso un intervento di recupero, valorizzazione e riuso a fini museali, rappresenta con certezza un elemento chiave per il futuro sviluppo della città, sia per la valorizzazione culturale sia per la promozione turistica della città che, come esposto in precedenza, è al primo posto per turismo crocieristico in Italia”. 

 

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