Reggio e i rifiuti: gente indignata e delusa dalla politica

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Alleanza Calabrese Via Marra Gallico 2014-08-05 16.31.39“Cartoline spregevoli. Scempi ambientali. Marciapiedi impercorribili. Passi carrai bloccati. Caditoie stradali che odorano di morte. Ormai le montagne di rifiuti fanno parte integrante del panorama reggino.”

“I cittadini forse sono stanchi, delusi, avviliti, strangolati.” scrive il gruppo Alleanza Calabrese in una nota che pubblichiamo integralmente.

“Disillusi dagli accadimenti che piovono sulle loro teste senza ormai tentare neanche un marginale tentativo di contrasto.

Non stiamo qui a parlare di schieramenti politici e movimentisti che in un clima preelettorale cercano di ritagliarsi spazi di visibilità.

Ormai a Reggio Calabria la vita è inaccettabile, la gente normale (le statistiche questa gente la inglobano nel ceto medio-basso e quindi è la maggior parte della popolazione) si indigna per qualche minuto e poi le condizioni socioeconomiche in cui versa la obbligano a tornare alla realtà. A cercare di provvedere alle esigenze quotidiane della famiglia. Ed hanno ragione. La sopravvivenza è la ragione di vita dell’uomo fin dai tempi preistorici. Un tempo vedevamo per le strade cassonetti bianchi, blu e gialli per la differenziata. La città ha stentato a capire le motivazioni della loro presenza. Ma piano piano si stava facendo prendere dalle motivazioni della loro presenza. Piano piano stava iniziando bene o male ad usarli. Poi sono arrivati i commissari inviati dal Viminale. Inviati per ristabilire l’ordine in città. Ancora parte della città si sta chiedendo il perché ed il per cosa. E la situazione è improvvisamente precipitata. Sono scomparsi queste scatole colorate. Saranno in qualche deposito, chiuse assieme alle decine di camion per la raccolta di rifiuti di cui il comune e comproprietario, a marcire. Oggi vivere Reggio sembra di partecipare ad un farsa. Oggi  guardare la città sembra partecipare ad una veglia funebre. Mancano le prefiche che con i capelli lunghi, neri,  sciolti in segno di lutto. Cantavano  nenie e innalzavano lodi. Si straziavano il volto, si strappano le ciocche, esaltavano la disperazione collettiva.

Ma un tempo queste donne che fanno parte della storia calabrese accettavano dai parenti del defunto solo un poco di olio, una pagnotta, una forma di formaggio, del vino.

Oggi queste prefiche vogliono la Città, vogliono la Regione, vogliono l’Italia.

Tutti i reggini guardano la politica e chi la rappresenta con disdegno.

Forse grazie anche alle prefiche. Forse oggi una in parte dei reggini potrebbe pensare che forse si stava meglio quando si pensava che si stava peggio. 

E allora i reggini come valutano oggi i commissari? La peggior politica che una città può avere è stata e sarà sempre più vicina ai propri cittadini rispetto a delle persone che ragionano solo come macchine e non hanno radicazioni sul territorio.   

Ed i risultati dei nostri ragionamenti li stiamo riscontrando giorno dopo giorno.

 

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