Ponte sullo Stretto, accordo-shock Berlusconi-Renzi

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ponte stretto 05“Una vecchia storiella recita che per far dispetto alla propria moglie c’è chi si taglia gli attributi. Ed è ciò che si dice avrebbe fatto Mario Monti, il Fenomeno bocconiano (come lo chiama il Cav), che, per far dispetto al suo predecessore avrebbe fatto cancellare il Ponte sullo Stretto considerato totalmente inutile. Se le cose siano andate così a subirne le conseguenze, però, è stato l’intero Paese che ha visto scomparire, come d’incanto, quella che, a ragione, veniva considerata la gallina dalle uova d’oro che avrebbe innescato il processo di fuoruscita dalla crisi che ancora attanaglia l’Italia”. Lo afferma in una nota Giovanni Alvaro, fondatore del Comitato Ponte Subito.

“Non cambia la musica se la scelta distruttiva abbia avuto altra genesi come la subalternità a decisioni altrui che, comunque, hanno messo in luce la pochezza o la cecità delle ultime classi dirigenti italiane incapaci di leggere e capire cosa avrebbe significato, per l’Italia, interrompere la realizzazione dei percorsi ferroviari ad alta velocità pensati per rendere più che celeri i trasporti delle merci tra l’Europa e l’Estremo Oriente, e rinunciare a captare l’imponente quantità di container transitante nel Mediterraneo. E ciò mentre tutti pensano a come attrezzarsi per non perdere la ghiotta occasione”.

ponte sullo stretto“L’Egitto – prosegue Alvaro – non ha perso tempo. Ha valutato il progressivo aumento del flusso mercantile nel Canale di Suez, nettamente proiettato verso il raddoppio, ed ha scelto di rendere il Canale stesso adeguato aò nuovo traffico che, nel giro di due lustri, dovrà permettere cifre record di transito. Il Fenomeno e i suoi successori non si sono domandati il perché l’Egitto ampliava il famoso Canale. Neanche hanno pensato a calcolare quanti container ogni mese attraversano il Mediterraneo. Si sarebbero accorti che si tratta di numeri incredibili che arrivano a oltre 5 milioni di container che dopo aver toccato terra necessitano di una modernissima piattaforma logistica, di porti attrezzati e di corridoi e treni velocissimi per poter arrivare a destinazione”.

“Hanno solo pensato sarebbe bastato raccogliere le briciole puntando ad attrezzare Genova collegandola a Rotterdam, col corridoio dei due mari, e Venezia con ipotesi avveniristiche che comunque non entrano in conflitto con i porti meridionali da Augusta a Gioia Tauro, da Napoli a Taranto, e di ogni altro porto che si affacci sullo Jonio, sul Tirreno e sull’Adriatico. Nessuna guerra quindi tra i porti italiani e neanche con quelli spagnoli e francesi che, comunque, stanno lavorando al progetto FerrMed per accaparrarsi il grosso del traffico merci”.

ponte sullo stretto“Per addolcire la pillola dell’abbandono del corridoio che interessava verticalmente l’Italia, – prosegue ancora Alvaro – i soloni europei ideavano una ridicola e cervellotica proposta che, tra l’altro, è anche oggettivamente divisiva del Sud, con un percorso da mentecatti: Helsinki-Napoli-Bari-Taranto-Malta, mentre i Fenomeni italiani facevano saltare il Ponte sullo Stretto (anello fondamentale del vecchio corridoio Berlino-Palermo) rescindendo, all’uopo, il contratto con i vincitori dell’appalto capeggiati dall’Eurolink (con imprese di diversi paesi esteri) che chiedono ora il pagamento delle penali previste che superano il miliardo di euro, mentre ci si fregia della medaglietta affissa sul petto dell’Italia di paese non affidabile. Come si vede una gran bella operazione a perdere degna di Fenomeni da quarto mondo… “

“Mentre i soloni europei si crogiolano con le incredibili oscenità scodellate che fanno felici le miopi classi dirigenti bipartizan di Campania e Puglia, il Fenomeno Monti si pavoneggia per aver bloccato un’opera di interesse nazionale che fu approvata (è bene ricordarlo) dal Cipe presieduto da Massimo D’Alema, tra il 1999 e il 2000. La sinistra, allora, esultò per l’ok al Ponte sullo Stretto che i rapporti degli advisor (Steinman Int. – Gruppo Parson, e una ATI guidata dalla Pricewaterhouse Cooper) ne riconoscevano la fattibilità economica, finanziaria, trasportistica ed ambientale, ritenendo la soluzione del ponte la più vantaggiosa rispetto a qualsiasi altro scenario alternativo”.  

ponte-sullo-stretto“Ma il Fenomeno italiano – continua Alvaro –  ha altro per pavoneggiarsi col suo loden perché, andando in Cina, da Presidente del Consiglio, non puntò a formalizzare il project financing per il Ponte e l’Alta Velocità che i governanti con gli occhi a mandorla erano intenzionati a sostenere. ma da vero accattone chiese ai cinesi di approfittare a comprare i titoli del debito italiano rimproverandoli, pure, per non averlo fatto prima rinunciando ad un buon affare perché i titoli italiani fruttavano alti rendimenti /(quelli stessi che fanno aumentare il nostro debito)”.

“La partita, anche se compromessa, può essere ripresa se oltre al sostegno per i percorsi riformatori si marcia uniti, Renzi e Berlusconi, verso un accordo sulle grandi opere, tra le quali, come scelta choc (per quella sinistra che ha sempre vissuto di odio irrazionale), deve figurare il Ponte Mediterraneo (come lo ha battezzato il prof. Enzo Siviero) non solo perché è anello fondamentale del corridoio Nord-Sud, ma anche perché  è il grimaldello per rilanciare l’economia del Paese. Non è più tempo di benaltrismo, che è stato il pane dei No Ponte, perché esso ha prodotto solo niente, niente e ancora niente” conclude Alvaro.

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