Ciascuno è libero di avere le idee che vuole e proprio sulla diversità si fonda un sistema pluralista e democratico. Accorinti, nelle vesti di primo cittadino, ha ereditato compiti “dal basso”, di ordinaria rappresentanza, e vincoli “dall’alto”, quale funzionario di uno Stato che momentaneamente rappresenta. E proprio questo dato bisogna tenere a mente: gli uomini passano, le istituzioni restano.
Se fin qui abbiamo messo una dietro l’altra considerazioni sin troppo ovvie, qualcuno a Palazzo Zanca dovrà fornire spiegazioni circa una condotta che non esitiamo a definire scriteriata. Dovranno dirci, ad esempio, com’è stato possibile che un Sindaco offrisse la propria solidarietà agli “okkupanti” della Casa dello Studente, i cosiddetti “pinellini”, proprio quando sfoggiava i muscoli con i commercianti abusivi della zona sud. Qualcuno dovrà farsi avanti per offrire delle delucidazioni sulla vicinanza morale che il primo cittadino ha voluto esprimere ieri a due messinesi indagati, Claudio Risitano e Giulia Zuccotti.
Come può Accorinti manifestare supporto proprio a quel Risitano che nella Sala Ovale parla apertamente di “bugie dei magistrati”, evidenziando l’eventuale dolo? Un sistema come il nostro si basa su pesi e contrappesi: un Sindaco, che definisce “indegni” i membri del Consiglio che manifestano la propria opposizione e che al contempo offre solidarietà a due indagati (solerti, peraltro, nell’esprimere con durezza riserve sull’operato della magistratura), ha capito che Palazzo Zanca non ospita né sagre popolari né feste dell’Unità?