Messina, No Muos in tribunale: se il Sindaco va contro i magistrati…

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Quando Renato Accorinti ha accettato di diventare Sindaco di Messina, ha stretto un tacito patto con la città: non sarebbe cambiato, d’accordo, ma avrebbe rappresentato tutti, fondando il suo mandato elettorale su un valore condiviso dalla comunità e sancito dalla Carta Costituzionale, quello della legalità.

Ciascuno è libero di avere le idee che vuole e proprio sulla diversità si fonda un sistema pluralista e democratico. Accorinti, nelle vesti di primo cittadino, ha ereditato compiti “dal basso”, di ordinaria rappresentanza, e vincoli “dall’alto”, quale funzionario di uno Stato che momentaneamente rappresenta. E proprio questo dato bisogna tenere a mente: gli uomini passano, le istituzioni restano.

Se fin qui abbiamo messo una dietro l’altra considerazioni sin troppo ovvie, qualcuno a Palazzo Zanca dovrà fornire spiegazioni circa una condotta che non esitiamo a definire scriteriata. Dovranno dirci, ad esempio, com’è stato possibile che un Sindaco offrisse la propria solidarietà agli “okkupanti” della Casa dello Studente, i cosiddetti “pinellini”, proprio quando sfoggiava i muscoli con i commercianti abusivi della zona sud. Qualcuno dovrà farsi avanti per offrire delle delucidazioni sulla vicinanza morale che il primo cittadino ha voluto esprimere ieri a due messinesi indagati, Claudio Risitano e Giulia Zuccotti.

Sulle teste di entrambi gravano pesanti accuse concernenti le manifestazioni No Muos di Niscemi, risalenti a quasi un anno fa. Ci auguriamo di vivo cuore che il castello accusatorio si riveli fragile come fosse costruito sulla sabbia, ma fino ad allora un pubblico ministero ha evidenziato degli indizi di reato. Ora, non pretendiamo né forche né pubblico ludibrio, per carità, ma il fatto che il Sindaco – ricordando la sua battaglia giovanile di Comiso – presenti i due ragazzi come “simbolo di pace” appare francamente eccessivo, anche perché scredita apertamente il lavoro del pm in nome di un pacifismo pruriginoso che non può e non deve emergere a dispetto del contesto.

Come può Accorinti manifestare supporto proprio a quel Risitano che nella Sala Ovale parla apertamente di “bugie dei magistrati”, evidenziando l’eventuale dolo? Un sistema come il nostro si basa su pesi e contrappesi: un Sindaco, che definisce “indegni” i membri del Consiglio che manifestano la propria opposizione e che al contempo offre solidarietà a due indagati (solerti, peraltro, nell’esprimere con durezza riserve sull’operato della magistratura), ha capito che Palazzo Zanca non ospita né sagre popolari né feste dell’Unità?

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