Accorinti, con la consueta verve, ha tentato di declinare il tema della legalità secondo una prospettiva educativa, retaggio probabilmente degli anni passati dietro una cattedra: “La soluzione non può essere la repressione. Certo, quella è importante, ma così non si fanno i passi avanti dovuti. L’importante è far passare il messaggio educativo: il cittadino, sin dalla scuola, deve avere senso civico. E gli amministratori, per parte loro, devono toccare l’anima delle persone”. E la battuta scorre via sibillina: “Io resto convinto di una cosa: la mafia si può sconfiggere con tanti buoni maestri elementari. Se si demanda la battaglia all’assessore o al sindaco, abbiamo già fallito. Ognuno deve fare la propria parte. Questa è comunità”.
Sollecitato a rispondere sulla querelle con la Cartour, Accorinti ha ribadito la sua battaglia contro padroni e padrini, per “liberare questa città dalla sudditanza, dalla morte sotto le ruote dei mezzi pesanti, dall’inquinamento. Per questo ho voluto prendere il toro dalle corna, per questo mi hanno eletto i cittadini”. Pur ammettendo le difficoltà insite nella battaglia per realizzare una flotta pubblica, battaglia su cui la Giunta non intende arretrare ma che finora non ha portato a nulla di concreto, Accorinti ha poi preannunciato importanti novità dall’Amministrazione sull’ordinanza anti-tir: “Abbiamo in cantiere un’idea, la vedrete…”.
Nessuna novità, infine, per i finanziamenti destinati alla via Don Blasco.
Foto di Andrea Taverna: