E se il Ponte sullo Stretto parlasse cinese? L’esperto spiega perché ormai Calabria e Sicilia non possono farne a meno…

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“La ripresa dell’economia parte dal mattone, o dal cemento”. Ne sembra convinto il prof. Cosimo Inferrera, esponente del comitato ‘Ponte Subito‘. Si ancora lui, il ponte sullo stretto di Messina, argomento sempre bollente e sempre attuale da decenni sulla stampa locale e sui programmi elettorali delle varie amministrazioni che si succedono a Palazzo Zanca.

Ebbene, se il primo cittadino Accorinti sfila con al petto magliette di protesta con lo slogan ormai consolidato ‘No Ponte’, altri riflettono sulle possibilità di rilancio dell’economia che il ponte potrebbe attrarre per la città di Messina. Un ponte per ripartire, un ponte per unire, un ponte che potrebbe realizzarsi con capitali stranieri, magari cinesi, come sta accadendo in altre realtà europee come la Grecia. Dalla Cina, infatti, può arrivare più del ‘riso alla cantonese’ e dei ‘dragoni’, come talvolta si crede: un sodalizio economico sarebbe una boccata d’ossigeno per Messina.

Inferrera commenta lo status quo dell’economia nazionale, in particolare, nel confronto con la Germania di Angela Merkel: “E’ vero che la recessione ha colpito tutta Europa, ma non ci può confortare se anche la Germania è retrocessa nel secondo trimestre di quest’anno dello 0.2 per cento come l’Italia, perché quello 0.2 per cento è calcolato su un  tasso di crescita, mentre lo stesso 0.2 per cento italiano è calcolato su un  tasso di decrescita. Il paragone fra Italia e Germania non regge neanche per il debito pubblico, arrivato a giugno a 2168,4 mld, quasi 100 in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Un debito che si mangia 82 mld di interessi, mentre la Germania ne spende appena 27.”

Continua Inferrera “Una differenza in valore assoluto che significa più investimenti e più incentivi all’economia per il Paese teutonico ed un percorso antidromico per il Bel Paese, debole come grissino. Mandando la gente a casa senza lavoro e aumentando i costi sociali come può crescere il Pil e scalare il debito?  Come in una situazione del genere si possa promettere crescita e sviluppo è un imbroglio schifoso che si perpetua dal 2011, anno dopo anno (…)

Ma veniamo alla questione ponte: Inferrera argomenta che “da che mondo è mondo, quando la cazzuola funziona l’economia si sveglia, si crea benessere, refluisce fiducia a gogò dal territorio! (…) Come il Ponte sullo Stretto che ha tutto per esser “cantierato”, come assume il prof. Enzo Siviero, tutto tranne quel che hanno disfatto in pochi mesi i figli putativi “di questo matrimonio non s’ha da fare… “, epigoni di una società violenta e usurpatrice.”

“Il quadro generale, molto grave è ulteriormente complicato dalla disinformazione mediatica  e dai silenzi di coloro che si propongono come leader. (…) E per evitare i soliti beceri attacchi di quelli che la sanno lunga contro Ponte e Infrastrutture, ci sarebbero l’azionariato popolare, che surroghi in parte o in tutto la quota statale e il partenariato pubblico privato sotto egida governativa con i partner stranieri – occhi a mandorla o no – ben visibili e attivi, cioè parlanti, al momento della presentazione. Voglio dire che ci vuole la stessa efficace modalità messa in campo l’altro giorno a Taormina, Hotel Excelsior, da Francesco Attaguile nel corso di un incontro con una corposa delegazione cinese a proposito del progetto turistico Etna-Taormina-Expo Milano 2015.” Il professore strizza l’occhio all’imprenditoria straniera insomma, consapevole che i soldi servono a far girare l’economia anche se vengono dall’Asia o dall’Estremo Oriente, e che non vengono snobbati da altre provincie isolane.

Inoltre, se anche la Grecia, finora considerata tallone d’Achille e anello debole di Eurolandia, sta lentamente uscendo dalla paralisi proprio “dopo aver dato libero accesso ai cinesi che vi stanno realizzando un bel progetto di logistica integrata (porti, ferrovie, aeroporti, autostrade). (..) PERCHE’ QUI NO?”

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