Il messinese Nibali vince in solitaria l’ultima tappa di alta montagna del Tour de France 2014, ad Hautacam, con grande distacco su tutti i suoi avversari: adesso il trionfo di Parigi è una certezza praticamente assoluta. Mancano tre tappe alla fine, una per velocisti (domani), la cronometro di sabato e la passerella finale di Parigi. Il secondo in classifica (il francese Pinot) è distaccato di oltre 7 minuti dallo Squalo dello Stretto, che oggi ha vinto la sua quarta tappa in quest’edizione del Tour.
Un trionfo straordinario quello del ciclista siciliano, si sta consacrando come leggenda al punto da diventare il 7° italiano della storia a vincere la Grande Boucle 16 anni dopo Marco Pantani, 49 anni dopo Felice Gimondi, 54 anni dopo Gastone Nencini, 56 anni dopo Fausto Coppi, 60 anni dopo Gino Bartali e 89 anni dopo Ottavio Bottecchia.
Tra tutti questi campioni, Nibali è non solo il primo siciliano ma il primo meridionale: gli altri, infatti, erano tutti del nord.
Il corridore messinese era già entrato nella storia vincendo la Vuelta España 2010 e il Giro d’Italia 2013, oltre a tante altre classiche non meno importanti. E’ già il secondo italiano, dopo Felice Gimondi, ad essere salito sul podio di tutti e tre i grandi Giri (nel 2010, quando ha vinto la Vuelta, è arrivato terzo al Giro; nel 2011 è arrivato secondo al Giro, nel 2012 è arrivato terzo al Tour, nel 2013 quando ha vinto il Giro è arrivato secondo alla Vuelta).
Quando, nel 2013, Nibali è stato il primo siciliano della storia a vincere il Giro d’Italia, suo cugino Giuseppe Bongiovanni ha raccontato che un giorno gli prestò la Vespa per ‘volare’ verso il santuario di Tindari, un centinaio di km da Messina fra andata e ritorno, e fare una promessa alla Madonna nera: “Ti porterò la maglia rosa“. Un atto di devozione che lo ha fatto diventare ancora piu’ forte. Lo ‘Squalo dello Stretto‘, tornando a casa, aveva poi confidato al padre Salvatore: “Sai, la Madonna mi ha chiesto di vincere il Giro“. Successivamente suo padre lo avrebbe visto sfrecciare a 45km/h, con il vento contrario, nei pressi di Villafranca Tirrena, su un tratto della costa tirrenica molto difficile anche per i cronomen più competitivi. In quella circostanza, papà Salvatore capì che il figlio avrebbe potuto vincere anche una grande corsa a tappe. E adesso, dopo Vuelta e Giro, gli manca solo il Tour. Ce l’ha in pugno, per diventare una leggenda. E’ praticamente fatta. Forza Squalo!
