Nei confronti del 30enne, il Tribunale di Roma, con ordinanza del 10 gennaio 2014, ha disposto la custodia cautelare in carcere. La difesa, in Cassazione, ha lamentato l’eccessività della misura ma piazza Cavour ha dichiarato inammissibile il ricorso. In particolare, la Suprema Corte ha sottolineato il pesante quadro indiziario a carico dell’indagato, “desumibile dai termini dell’approccio informatico e dai ripetuti contatti, anche di persona con la minore”.
Si’ al carcere preventivo per chi adesca minorenni
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