“Infatti il Legislatore aveva “dimenticato” che il Codice Civile – struttura portante che regolamenta i rapporti tra i cittadini – prevede all’art. 2643, 2 sole forme utili: l’atto rogato dal notaio o la sentenza di un Giudice. Il pericolo sembrava scampato. Invece il Governo, con l’avallo della maggioranza in Parlamento, a parole preoccupato di diminuire i tempi della giustizia, ma probabilmente influenzato dal bisogno di garantire il business dei grandi centri di Mediazione decise alcuni mesi orsono di ripristinare la mediazione civile e con essa la possibilità di trasferimento di immobili attraverso la sottoscrizione del verbale di mediazione”.
“In un recentissimo convegno, altamente qualificato, svoltosi a Reggio Calabria, – continua l’avvocato -il re è stato messo a nudo. Vi è che l’inserimento della norma nell’impianto del Codice Civile, alla realizzazione del quale hanno contribuito le più illustre menti giuridiche italiane – è mal riuscita in quanto contrasta con altre norme per nulla abolite (meno male). Vi è in buona sostanza che i verbali di mediazione che trasferiscono immobili per esempio attraverso l’Istituto dell’Usucapione, in realtà non si trasferiscono nulla ma debbono essere validati da un notaio o da un Giudice. Il Notaio ed il Giudice non si limiteranno a “ratificare”ma entreranno nel merito andando a verificare se e in che termini il trasferimento potrà avvenire. Senza dimenticare che i Conservatori – custodi rigorosissimi (per fortuna) dei Registri Immobiliari hanno alzato un vero e proprio muro ai vari tentativi di imbarbarire un sistema alquanto collaudato e perfetto. Bene. Quindi a che serve l’Istituto di Mediazione obbligatorio? È solo un orpello costosissimo che si aggiunge al sistema vigente; che, in questi casi, non risolve il problema rimanendo i cittadini obbligati a rivolgersi sempre al Notaio o al Giudice per risolvere le loro problematiche”.
Reggio, l’avvocato Fascì sulla mediazione civile: “è una follia di Stato”
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