Reggio, l’appello delle parrocchie San Giuseppe – Ss Salvatore in Cataforio: “Non privateci di Don Domenico Rodotà”

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scrivereUna richiesta di aiuto accorata quella che giunge dalla due comunità San Giuseppe – Ss Salvatore in Cataforio di Reggio. Una storia travagliata, che le ha viste prima divise e poi unite, non senza ostacoli e difficoltà. E poi l’avvicendamento repentino dei parroci. Con Don Domenico Rodotà le due comunità sono cresciute, secondo quanto scrivono nella lettera inviata alla nostra redazione, e chiedono a gran voce di poter continuare con lui questo cammino di fede. Ecco il documento integrale:

Buongiorno chi le scrive è la Comunità parrocchiale di San Giuseppe – Ss. Salvatore in Cataforio, periferia di Reggio Calabria, vogliamo portare a conoscenza della stampa e dell’opinione pubblica una questione che ci sta molto a cuore e che purtroppo da soli non riusciamo a risolvere. La nostra parrocchia è costituita da due comunità, quella di Cataforio e quella di San Salvatore, che fino a qualche tempo fa erano divise ognuna con il proprio sacerdote e la propria identità parrocchiale, ad un certo punto la storia delle parrocchie si incrocia, San Salvatore rimane senza sacerdote, a Cataforio come parroco c’era il fu Don Santo Franco, guida della parrocchia per ben quarant’anni, e che nonostante la sua avanzata età al verificarsi della sede vacante di San Salvatore faceva da parroco alle due parrocchie. Nei quarant’anni di Don Santo si è lavorato come si è potuto, lui sacerdote vecchio stampo mal tollerava i cambiamenti, per cui le nostre comunità sono state ferme per tanti anni. Al pensionamento del nostro caro Don Santo, ci è stato mandato non un sacerdote ma un amministratore col compito di unificare le due comunità per farne una sola parrocchia. Per entrambe le comunità è iniziato un lungo percorso di cambiamento non privo di ostacoli e tante difficoltà, ma proprio nel momento in cui si cominciavano a intravedere i primi segni di cambiamento è stato spostato di parrocchia, dopo sette anni. Da bravi figli abbiamo accettato e ricominciato con il nuovo sacerdote, non è stato assolutamente facile cambiare, ripartire, ricominciare ma fortunatamente ci è stato mandato un giovane sacerdote pieno di voglia di fare, che ci ha aiutati, sostenuti, indirizzati con amore paterno nel proseguire il difficile cammino dell’unione delle due comunità. Dopo solo cinque anni è riuscito a realizzare cose che nessuno di noi avrebbe nemmeno sperato, ha avuto tanto coraggio, è riuscito a renderci una sola famiglia, è riuscito a convincere, chi era lontano dalla chiesa, a rimettere in discussione le proprie convinzioni. Ha unificato le veglie di Pasqua e Natale, il cammino di catechismo e di conseguenza le celebrazioni sacramentali, tutte e due le comunità come una cosa sola. Le nostre comunità hanno fatto quello che la nostra diocesi ha chiesto, hanno percorso il cammino che la diocesi ha tracciato, abbiamo “ubbidito” al nostro pastore. Ma come in ogni favola che si rispetti arriva anche per la nostra, il momento in cui i nostri eroi sono in difficoltà, il nostro eroe parroco Don Domenico Rodà dopo solo cinque anni a capo della parrocchia unificata di San Giuseppe – SS. Salvatore in Cataforio, viene trasferito a fare il vice parroco in una grande parrocchia, in città, organizzatissima con mille attività che non avrebbe proprio bisogno di lui.
Alcuni rappresentanti del consiglio pastorale parrocchiale hanno chiesto e ottenuto un incontro con il Vescovo della Diocesi di Reggio Calabria-Bova, Monsignor Morosini, per capire il motivo del trasferimento, poiché la notizia non era stata ufficialmente comunicata né al Consiglio pastorale né alla comunità dei fedeli ma si era diffusa in via informale.
Il 23 luglio 2014 la delegazione, ricevuta in Episcopio, ha esposto un po’ la storia della nostra parrocchia, come abbiamo fatto all’inizio di questa lettera, e subito Monsignor Morosini ci motiva l’unificazione delle parrocchie, non chiesta tra le altre cose e di cui non è Lui l’artefice ma bensì Monsignor Mondello suo predecessore, con la carenza di sacerdoti. D’accordo, problema reale che la Chiesa-Istituzione si trova ad affrontare. Successivamente ci viene fornita la motivazione del trasferimento, a nostro avviso ridicola, il nostro parroco viene trasferito perché deve finire gli studi di architettura, iniziati prima del suo ingresso in seminario. Tale motivazione ci è stata data dal nostro Vescovo Monsignor Morosini, il quale ha per Don Domenico altri progetti all’interno degli uffici diocesani.
Ora ci domandiamo perché chiudere i sacerdoti all’interno degli uffici diocesani? Non si possono fare entrambe le cose? Perché si pensa solo alla chiesa-istituzione e non alla chiesa-popolo di Dio?
Siamo un’isola felice della nostra bella e martoriata Calabria, siamo una comunità che vuole continuare a camminare e che si chiede perché ogni volta si debba ricominciare da capo, eravamo riusciti a trovare un pò di equilibrio, stavamo camminando bene.
Le nostre piccole realtà, due paesini collinari ai piedi dell’Aspromonte, sono quasi dimenticate dalle istituzioni, non esistono più le scuole, il numero dei bambini e inferiore agli standard imposti da un ministero che li ha considerati solo numeri. Bambini e ragazzi si sono trovati nelle condizioni di dover frequentare la scuola nelle comunità limitrofe più grandi o in città, con gravi disagi per le famiglie, carenza dei mezzi pubblici, strade usurate dal dissesto idrogeologico e quant’altro.
In una tale realtà l’unica agenzia educativa, al di fuori della famiglia e la parrocchia. La parrocchia diviene punto di riferimento e di aggregazione.
La Chiesa-popolo di Dio chiede, a gran voce, di poter continuare il cammino appena intrapreso con Don Domenico Rodà, non vogliamo ricominciare sempre da capo. Aiutateci in questa nostra battaglia!!! 

In fede la comunità unità di San Giuseppe – Ss Salvatore in Cataforio Reggio Calabria.

 

 

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