Messina, immigrati: nel “barcone della morte” lotta per sopravvivere [VIDEO-SHOCK]

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ImmagineC’e’ stata una lotta per la sopravvivenza nel barcone soccorso nel Canale di Sicilia da una petroliera danese che ha trasportato domenica a Messina 561 persone che hanno visto accoltellare e gettate in mare i loro compagni. Dalla Libia, hanno riferito, erano partiti in oltre 700. E ‘ il racconto di un viaggio terrificante quello fatto da alcuni immigrati alla squadra mobile di Messina. Difficile in questa fase ricostruire numeri precisi delle vittime come afferma il capo della squadra mobile di Messina Giuseppe Anzalone “che ci siano stati numerosi decessi ed alcuni per accoltellamento – afferma – deriva dalle dichiarazioni dei immigrati che sono convergenti”. Come ricostruito dagli investigatori il barcone e’ partito dalle coste libiche una localita’ ad almeno un’ora di auto da Tripoli nel pomeriggio del 17 luglio. Fin dall’inizio il barcone aveva difficolta’ a navigare perche’ era sovraccarico. I superstiti hanno riferito che i posti erano diversi a seconda del prezzo pagato. Gli africani finivano nella stiva, gli arabo in coperta. “Dalle loro dichiarazioni -afferma Anzalone- quelli sopra hanno pagato tra i mille ed i duemila dollari mentre i immigrati nella stiva tra 200-500 dollari. All’inizio della navigazione sono cominciati i problemi per il caldo e per il calore dei motori tanto che alcuni premevano per tornare indietro ma gli scafisti si sono opposti”. Stremati da condizioni di viaggio insopportabili gli immigrati prigionieri della stiva hanno cominciato a pressare per uscire. Sono cominciati feroci scontri con quelli che si trovavano nella parte superiore. “E’ stata questa la parte piu’ drammatica del viaggio -prosegue Anzalone – riferita da molti immigrati. Quelli nella stiva hanno cominciato a premere per uscire e sono cominciati gli scontri ed i tumulti tanto che e’ stato chiuso il boccaporto e tolto la scaletta”. Anche nella parte superiore, sempre secondo quanto riferito dai profughi, si sarebbero verificati tumulti perche’ il barcone era sovraccarico e probabilmente la paura di vedere ristretto il proprio spazio di sopravvivenza ha scatenato le aggressioni quelli armati hanno cominciato a colpire mentre altri sono finiti in mare.

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