Messina, i commercianti portano Accorinti di fronte al Tar: esose le richieste per la concessione del suolo pubblico

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accorintiDapprima era una semplice denuncia: l’ALCES, l’Associazione Locali Centro Storico, attaccava Accorinti tramite il suo presidente, l’avvocato Marco Di Mauro. Era il 25 giugno e la questione dell’incremento esponenziale dei costi di occupazione del suolo pubblico veniva posta al centro della scena: “Tanto per fare un esempio – affermava Di Mauro – ci sono attività commerciali che dai 10 mila euro/anno di tassa di occupazione sono passati ad oltre 31 mila euro/anno senza contare che tale aumento, secondo l’Amministrazione, andrebbe applicato retroattivamente anche per l’anno 2012 e 2013. Lasciando perdere la crisi, che chi percepisce stipendi pubblici universitari non può conoscere, ricordiamo all’Amministrazione, dal basso, che il costo richiesto non è applicato a Montecarlo o Venezia ma che siamo e restiamo a Messina. In una città nella quale i costi della Tares, tra gli altri, sono esorbitanti ed immotivati se rapportati al servizio effettivamente fornito”. E proprio mentre la città vive nuovamente l’incubo immondizia, i commercianti cittadini fanno sapere di essersi rivolti all’avvocato Santi Delia per presentare un ricorso al Tar. Le lamentele s’incentrano su un punto: per 100 metri quadri di suolo pubblico le amministrazioni siciliane chiedono, in media, un esborso di 4 mila e rotti euro; a Messina Accorinti ne chiede quasi trentamila. Un’esagerazione “Cifre che mettono a nudo la schizofrenia della Giunta” secondo il legale.

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