Guerra in Medio Oriente, una strage: 80 morti e 365 razzi

StrettoWeb

Israeli attacks on GazaCrescendo di violenza nella guerra, per ora solo “aerea”, fra Israele e Hamas: al terzo giorno di ostilità i raid aerei dello stato ebraico sulla Striscia di Gaza il bilancio si è appesantito ad almeno 80 morti e 550 feriti, mentre Israele ha fronteggiato una tempesta di 365 razzi, una media di uno ogni 10 minuti, intercettati dal sistema difensivo Iron Dome per un buon 90%. Ma molti diretti verso città distanti fino a 150 km da Gaza e perfino nelle vicinanze dell’impenetrabile centrale nucleare israeliana di Dimona.

Il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, fa sapere oggi che con Hamas “una tregua non è in agenda”, mentre stamani, dopo due giorni di diniego, l’Egitto ha finalmente acconsentito ad aprire una parziale valvola di sfogo per la popolazione palestinese intrappolata della Striscia riaprendo il valico di Rafah: una misura, che comunque non trova ancora riscontri concreti sul terreno, definita dall’ambasciata palestinese al Cairo “eccezionale” e decisa per consentire l’evacuazione in ambulanza almeno di feriti gravi verso gli ospedali del Sinai. Ieri le parole del presidente israeliano Shimon Peres sono risuonate come un ultimatum: o si ferma il lancio di razzi da Gaza, o un’operazione di terra, paventata da giorni, diventerà inevitabile. Mentre il presidente palestinese, Abu Mazen, ha replicato denunciando “un massacro, un genocidio” a Gaza.

Nelle ultime 24, e in particolare durante la notte, il volume di fuoco è stato infernale: oltre 320 gli obiettivi che i militari israeliani affermano di aver colpito nel territorio di Gaza: presi di mira postazioni di lancio, tunnel, basi di addestramento, depositi di armi e munizioni, capi militari di Hamas o delle altre fazioni radicali, distrutto il lato palestinese del valico di Eretz. L’ultimo strike stamani ha centrato un’auto su cui viaggiavano 3 persone a Jabalya, nel nord della Striscia. Nello stesso lasso di tempo sono stati oltre 100 i razzi, di varia gittata, 21 dei quali intercettati in volo e 82 caduti in territorio israeliano.

Le sirene sono risuonate di nuovo in mattinata pure a Tel Aviv. E testimoni riferiscono di aver visto scie di razzi provenire anche dal vicino e turbolento Sinai egiziano. Un arsenale, quello dei missili palestinesi, che – accusa Israele – ha ricevuto evidenti aiuti dall’Iran, con vettori in grado di colpire qualsiasi città israeliana, perfino Haifa. Un arsenale, rilevano fonti militari citate dai media, stimata in almeno 11.500 pezzi, 6.000 dei quali in mano ad Hamas e 5.500 alla Jihad islamica: difficili da distruggere, perché spesso nascosti in affollati condomini o edifici pubblici.

Condividi