Caso Scajola, Speziali: “Mai conosciuto Matacena”

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images “Non ho mai conosciuto Amedeo Matacena” e “mai e poi mai avrei potuto agevolare o facilitare latitanze di chicchessia o concedere l’asilo politico, anche perché non sarei io la figura che avrebbe potuto decidere questo status”. Contattato telefonicamente dall’Adnkronos a Beirut Vincenzo Speziali racconta la sua verità e nega qualunque coinvolgimento nella vicenda della latitanza di Amedeo Matacena, l’ex deputato di Forza Italia condannato per concorso esterno in associazione mafiosa tuttora latitante a Dubai. “Voglio innanzitutto precisare che in Italia vige ancora la presunzione di innocenza – dice – e che se annullassimo o capovolgessimo questo principio, dello ius italiano, che deriva dallo ius romano, rimarrebbe ben poco”.

Speziali, nipote omonimo dell’ex senatore del Pdl, è l’imprenditore catanzarese indagato nell’inchiesta che ha portato in carcere l’ex ministro Claudio Scajola. Vive in Libano da tempo e, secondo l’accusa, si sarebbe mosso per far spostare Amedeo Matacena da Dubai, dove si trova, a Beirut e fargli avere l’asilo politico per sottrarlo all’estradizione. “Sono indagato per aver favorito, secondo l’ipotesi dell’accusa, la latitanza di un latitante che nemmeno conosco”.

“Quanto sostengono ancora gli inquirenti sottoscrivendo atti pubblici, tra le altre cose, è altamente lesivo non solo nei confronti di un Paese amico dell’Italia come il Libano, con il quale è in vigore un trattato bilaterale, ma mette in dubbio anche le capacità dello Stato italiano di farsi rispettare”. Quanto ai rapporti con l’ex presidente libanese Amin Gemayel, di cui Speziali ha sposato una nipote, l’imprenditore calabrese puntualizza: “Un ex presidente non può concedere o facilitare lo status di asilo politico o una latitanza e su questo ci sono state anche le sue smentite”.

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