Il caso anomalo del bando del Mibact: cerca artisti a titolo gratuito e con spese a carico!

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imprenditoria giovanileTutto è scaturito da un avviso pubblico del Mibact (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo), il quale ricercava artisti per iniziative a titolo gratuito e con spese a carico.

In sostanza ai candidati si chiede di pagare di tasca propria la polizza assicurativa obbligatoria e i diritti Siae. Un bando pubblico che ha suscitato molte perplessità nei giovani professionisti nell’ambito della cultura, che speravano fosse la volta buona per accedere al mondo del lavoro. Il Ministero, presieduto da Dario Franceschini, con questo bando si rivolge alle persone “singole o associate (associazioni culturali, singoli artisti, complessi) per la realizzazione di eventi culturali (musica, teatro, danza, letteratura, etc.) presso i luoghi di eccellenza della cultura”, in occasione della manifestazione nazionale “Notti al Museo”.

“Scopo dell’iniziativa – è scritto nell’avviso – è di promuovere la creatività italiana in alcuni dei luoghi della cultura statali più significativi, contribuendo, altresì, a potenziare l’offerta in occasione delle aperture notturne e ad attrarre, di conseguenza, un numero più ampio di visitatori attraverso altre espressioni d’arte”.

Le sedi dei musei sarebbero inoltre aperte anche di sere, dalle 20 alle 22, con la possibilità di assistere a performance artistiche. D’altronde l’Italia gode di un patrimonio culturale non indifferente, con oltre più di 3 mila musei, più di 1000 aree e parchi archeologici e 43 siti Unesco. E allora perché non è previsto nessun ritorno economico?

Sul sito http://www.quifinanza.it/ viene pubblicata la lettera di Michele Spellucci, violoncellista, che in questo caso rappresenta idealmente la classe culturale del paese, alquanto delusa da una proposta del genere.

Spellucci scrive: “Il Ministero chiama a raccolta tutti gli operatori culturali per organizzare eventi che rendano più appetibile una propria iniziativa. Questa chiamata a raccolta non prevede però solo la beffa di essere a titolo completamente gratuito ma anche il danno di prevedere una serie inspiegabile di oneri a carico degli operatori culturali stessi.

Ora, con tutto il cuore, Signor Franceschini e Signora Buzzi, Vi chiedo: CON QUALE CORAGGIO????”

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