Reggio, seminario “Agritalk”: Imprenditori, istituzioni e studenti a confronto sull’agroalimentare

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AgritalkDalle “buone prassi” agli sviluppi del comparto agroalimentare: “Agritalk”, convegno promosso dall’Associazione di Promozione Sociale “E-LAB”, di concerto con l’Amministrazione Provinciale e il Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea, ha esplorato un mondo tanto tradizionale quanto innovativo. «L’agricoltura e, di conseguenza, l’agroalimentare – esordisce Antonino Modafferi, presidente dell’Associazione “E-LAB” – ad oggi rappresenta l’unico reale volano di crescita per il nostro territorio: partiamo dall’ultima rilevazione dell’Istat che segna un +1% rispetto al Pil regionale; dobbiamo spazzare via l’idea che “solo il turismo potrà risollevare le sorti del nostro territorio”. Con questo progetto che culmina col convegno vogliamo rilanciare un’idea, a nostro modo di vedere, vincente: facciamo “squadra” per l’agroalimentare, così la Calabria finalmente potrà avere barlumi di speranza per il futuro di tantissimi giovani ». L’incontro moderato dal prof. Francesco Barreca, docente di Ingegneria dei sistemi Agroalimentari, dopo l’introduzione del Coordinatore del progetto, dott. Federico Minniti, ha registrato i saluti iniziali del Direttore del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea, prof. Giovanni Gulisano, che ha avviato i lavori sottolineando come « il Dipartimento di Agraria ha accolto con grande interesse questa proposta e l’ha voluta presentare ai propri studenti, per sensibilizzare fortemente il tema dell’agroalimentare che ben si incastona con i tre punti cardine del Dipartimento stesso: agricoltura, ambiente e alimenti ». Ai saluti del Direttore del Dipartimento si sono aggiunti quelli del Consiglio degli Studenti dell’Ateneo reggino, rappresentato nell’occasione dal Vice Presidente, Maria Rosaria Tassone che applaudito alla partecipazione degli studenti « in un periodo “off limits”, ma che hanno saputo cogliere l’importanza di partecipare ad un evento dall’alto profilo formativo ».

Il convegno è entrato nel vivo grazie agli interventi dei relatori: ha iniziato Michele Luccisano, presidente della rete di imprese “Calabria Solidale”, « di per sé un eccezione – ha sottolineato sarcasticamente Luccisano – vista la grossa difficoltà nelle nostre latitudini di fare rete. Eppure abbiamo sperimentato sul campo che con obiettivi comuni, si può andare lontano, esportando in positivo il made in Calabria »; l’intervento di Luccisano è stato accolto con grosso entusiasmo dagli studenti in sala visto il suo determinato impegno antindrangheta e la testimonianza dei diversi atti di usura subiti. Il dott. Francesco Saccà, presidente della Coldiretti, ha voluto provocare la platea partendo dall’assunto che «i nostri prodotti non li sappiamo vendere: non mancano di qualità, ma di appetibilità per il mercato. C’è bisogno di riscrivere “le regole del gioco” per entrare realmente sul mercato internazionale e piazzare le nostre peculiarità. Vogliamo essere propositivi, ma dobbiamo assieme puntare forte sul marketing territoriale ».

Dopo due realtà in itinere, è stata la volta dell’arch. Maurizio Malaspina per illustrare un’attività in divenire: la Città dell’Agroalimentare; un progetto ambizioso coadiuvato da partners Istituzionali, come Regione Calabria e Provincia di Reggio Calabria, e privati – chiosa Malaspina – che mira a rivoluzionare la commercializzazione delle produzioni reggine, facendo assumere dei connotati specificatamente qualitativi ai processi essenziali per l’export ».

Ultimo imprenditore ad intervenire è stato il prof. Vittorio Caminiti, presidente della Federalberghi e dell’Accademia del Bergamotto, che ha sintetizzato il rapporto tra turismo e produzione agroalimentare ed enogastronomica. Un intervento, il suo, molto appassionato che ha colpito i discenti: « mettendo “made in Reggio Calabria” nei miei prodotti al Bergamotto ho stimato un calo del 70% delle vendite a livello internazionale: eppure il Bergamotto è Reggio Calabria, seppure sia Nancy, in Francia, la “Città del Bergamotto” per eccellenza. Se non si rilancia l’immagine della Città, in termini di affidabilità e di benessere, molti dei nostri prodotti finiranno per non essere “piazzabili” sul mercato. Dobbiamo capire che il nostro forte è l’enogastronomia e l’essere reggini, non il mare o altri surrogati di cui sono pieni gli spot televisivi: dobbiamo rispolverare la nostra identità originaria che parla di tradizioni intramontabili, quali quelle dell’agroalimentare ».

Al prof. Barreca il compito di tirare le fila dell’incontro, sintetizzando quanto è emerso da tutti gli interventi. Il prof. Barreca ha evidenziato come in tutti gli interventi sia stata rilevata l’importanza dell’ “allungamento della filiera produttiva” ossia di non fermarsi alla commercializzazione del prodotto agricolo “tal quale” ma, al fine di spuntare prezzi più redditizi sul mercato, di procedere ad una successiva lavorazione del prodotto, inoltre di quanto sia necessario legare il prodotto al territorio e il territorio al prodotto, a causa della esiguità delle quantità delle produzioni. Infatti è impensabile, con i quantitativi prodotti, di potere soddisfare la domanda dei mercati internazionali, allora perchè non attrarre i consumatori, legando il turismo alle produzioni tipiche di nicchia?. Occorre sfruttare i vantaggi che le “micro” imprese possono fornire, come ad esempio l’elevata flessibilità alle variazioni dei mercati, la possibilità di fare impresa anche con pochi capitali e che quindi consente l’ingresso al mondo delle produzioni anche ai giovani della nostra terra. In tal senso l’Università e ancor di più il Dipartimento di Agraria, unico nella nostra Regione, ha un delicato e importante compito, quello di formare una classe di giovani professionisti e imprenditori nel settore agroalimentare capace di fronteggiare le sfide dei nuovi mercati, ovvero capaci di cogliere le occasioni che l’emergente “Green Economy” sta fornendo e che potrà consentire al nostro territorio un riscatto economico e sociale.

Le conclusioni infine, sono toccate al Presidente della Provincia di Reggio Calabria, dott. Giuseppe Raffa, che ha subito stimolato la platea dei giovani studenti, « avete tutte le ragioni per diffidare della politica poiché negli anni si è dimostrata disattenta rispetto alla reali istanze che venivano poste dalla cittadinanza; abbiamo sprecato tanti finanziamenti comunitari e spesso gli investimenti sono stati sperperi perché non centrati rispetto al contesto generale in cui si andava ad operare. Adesso però la situazione è drasticamente cambiata, per via della crisi economica, che ob torto collo ci costringe ad essere più attenti nelle scelte da operare: ci sentiamo interlocutori credibili nel campo dell’Agroalimentare, grazie anche alla proficua sinergia con il Dipartimento di Agraria ed i tanti attori sociali che al nostro fianco stanno rilanciando un settore strategico. Dobbiamo creare una nuova cultura del lavoro, oltre lo stereotipo del posto fisso, sfruttando al massimo le potenzialità del nostro territorio ».

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