Reggio: gli EtnoSound al Villaggio dei Giovani [FOTO]

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etnosound 1Grande successo ha riscosso la prima serata del “Live@Village”, rassegna di musica dal vivo organizzata dall’Associazione Attendiamoci Onlus all’interno del Villaggio dei Giovani, bene confiscato alla ‘ndrangheta che diventa così, nell’ambito dell’estate reggina, un punto di riferimento per i giovani che vogliano ascoltare buona musica da parte di gruppi musicali della provincia di Reggio Calabria, attraverso vari generi, dalla musica etnica al rock‘n’roll, dal reggae al pop.

Protagonisti del primo concerto il gruppo degli Etnosound di Leonardo Bonavita (Voce e Chitarra), Domenico Macrì (Voce e Strumenti tradizionali), Andrea Carrano (Sassofono e Organetto), Francesco Papasidero (Basso Elettrico), Giovanni Panaia (Batteria e Percussioni) e Gianluca Cusato (Tamburi a Cornice).

I circa duecento spettatori presenti sono stati coinvolti dai ritmi e dalle musiche del gruppo, trascinando tutti in un vortice di musica e di allegria sempre più contagioso.

Al centro dell’esibizione dal vivo i suoni della tradizione popolare della Calabria, con testi che vengono attinti dalla tradizione orale dei nostri avi: canti di mietitura, cantate “all’aria”, canzoni di sdegno e d’amore; ma anche testi autobiografici per la maggior parte composti da Leonardo Bonavita e Domenico Macrì.

etnosound 2Il concerto ha avuto inizio con “U Pasturi”, un brano contro i falsi miti che invadono la società odierna, “Cantu Novu”, che sintetizza il  percorso musicale etnopop intrapreso dalla band nel 2013, e “Senza Mugghjeri”, quasi una marcetta sinfonica che si fonde con i ritmi ossessivi della tarantella. Il gruppo ha poi presentato “U Mastru” e “Zzumpa e Vola”, tammurriate tipiche del sud Italia, mentre “Paisi” è un omaggio alla città di Cinquefrondi, alle sue tradizioni e ai suoi luoghi, dove la band, tre anni addietro, ha mosso i primi passi. Successivamente si sono susseguite delle interpretazioni passionali come “Serenata”, un brano che trasmette l’uso antico delle dichiarazioni d’amore suonate sotto la finestra, “Passioni”, un testo che parla dell’amore per la musica popolare e per il ballo, una vera e propria ode alla piazza e a tutti coloro che si fanno trascinare dal ritmo della tarantella, e “Na Littareglia”, una dolcissima dichiarazione d’amore dove le note della zampogna dominano l’intera canzone. A seguire il nuovo sound di “L’amanti” e “Non mi scordu cchjù”, “Occhji di fata”, un’ode alla bellezza della donna, “Stornelli”, sonata tradizionale con versi e detti popolari calabresi. Per la prima volta, inoltre, il gruppo ha suonato una cover: “Vento d’estate”, la celebre hit di Max Gazzè e Niccolò Fabi, che è stata rivisitata e riadattata nei canoni e nello stile propri della band, dando al pezzo una nuova veste. A conclusione del concerto “Maledittu Chidu Jornu”, testo di sdegno, una canzone che parla di un amore finito male, e le note di “Vorria mu moru”, celebre hit che ha portato tanta fortuna agli EtnoSound.

Gli Etnosound hanno incantato il cortile del Villaggio dei Giovani, incrociando con grande maestria e sapienza la musica del basso elettrico, della chitarra, del sassofono e della batteria con quello degli strumenti tipici della tradizione calabrese, come l’organetto, i tamburi a cornice, la lira calabrese, la pipita, la chitarra battente e la zampogna.

Il pubblico, che ha ballato dall’inizio alla fine dell’esibizione, ha dato la dimostrazione che ci si può divertire senza “sballarsi”, lanciando, dall’interno di un bene confiscato alla ‘ndrangheta, un forte messaggio di riscatto sociale per una terra come quella reggina che può risorgere anche grazie alla forza della musica e al coraggio di un gruppo di giovani come quelli dell’associazione Attendiamoci Onlus che, incessantemente, organizzano occasioni di incontro per i giovani di Reggio Calabria.

Prossimo appuntamento del “Live@Village” il 4 luglio, quando dalle 20:30 si apriranno i cancelli del Villaggio dei Giovani che alle ore 22 ospiterà l’esibizione del gruppo reggino dei Back Roads, un uragano di energia a ritmo di blues e rock’n’roll.

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