Reggio, che vergogna: ci hanno distrutto anche centro storico e Lungomare [FOTO]

StrettoWeb

Era già stato etichettato come il “Chilometro più bello d’Italia” già diversi decenni fa, quando Gabriele D’Annunzio lo definì tale grazie al suo panorama straordinario che va dall’Etna a Messina passando per tutta la dorsale Peloritana. E’ il Lungomare di Reggio Calabria, che negli anni d’oro della città è stato il suo simbolo più bello grazie alla movida notturna ma anche alla straordinaria cura e pulizia che facevano del centro storico di Reggio una città “atipica per il Sud Italia“, come tanti turisti e forestieri si sorprendevano a notare.
Neanche al nord è così, sembra una città del nord Europa” affermavano stupiti. E i cittadini potevano osservare ogni giorno all’alba i dipendenti della Leonia che con cura straordinaria ripulivano il Lungomare, e quelli della Multiservizi che con ancor più attenzione e competenza innaffiavano i giardini, tagliavano l’erba, potavano le piante. Era il volto più bello del “Modello Reggio”, ed era un sistema che generava uno straordinario senso d’appartenenza e d’orgoglio in tutti i cittadini che si sentivano fieri di essere reggini.

Oggi, dopo solo pochi anni, ci hanno distrutto anche questo. Il centro storico è abbandonato ad un degrado senza precedenti. Leonia e Multiservizi sono state di fatto “sciolte” per infiltrazioni della criminalità organizzata. Gli operai sono stati in parte licenziati, in parte “riconvertiti”, fatto sta che oggi la città è sommersa dai rifiuti e i suoi spazi pubblici sono abbandonati al degrado più assoluto senza più quelle figure che garantivano decoro e pulizia.

Sta iniziando l’estate e in tanti tornano a godersi i weekend sul Lungomare, ma rimangono stupiti della sporcizia, dell’incuria e dell’autentico schifo che trovano anche in quella che dovrebbe essere la “perla” della città. Dopo la segnalazione, davvero clamorosa, del frigorifero abbandonato in spiaggia nella giornata di sabato 31 maggio, oggi altri due lettori di StrettoWeb (Liviana Dotti e Bruno Leo, autore delle foto a corredo dell’articolo) hanno scritto alla nostra Redazione per testimoniare una condizione che, al contrario di quanto accadeva fino a pochi anni fa, genera vergogna e imbarazzo nella cittadinanza reggina. “Ieri dalla periferia sono stata in centro di Reggio e oltre alla storica spazzatura, mi ha fatto star male vedere le nostre poche fontane senz’acqua e deposito di rifiuti. Ma che si costruiscono a fare se devono diventare grandi cassonetti, vedi piazza Carmine, aeroporto, discesa scala mobile e anche lungomare di Pellaro” ci scrive Liviana Dotti.

In realtà il problema non è quello di costruirle, perché se decidiamo di non fare niente convinti dallo scetticismo che “poi tanto non funziona” a questo punto è meglio radere al suolo la città e scappare tutti a vivere altrove, lasciando distese utili all’agricoltura. Il problema è che dopo che le opere vengono costruite, non viene fatta la dovuta manutenzione. Eppure il Tapis Roulant, ad esempio, dopo 5 anni di ininterrotto servizio in cui aveva fatto ricredere anche gli scettici più convinti (prima dicevano che non l’avrebbero mai costruito, poi che non l’avrebbero mai completato, poi che non l’avrebbero mai aperto al pubblico, poi che si sarebbe rotto dopo pochi giorni… e così via dicendo…), ha iniziato parzialmente a non funzionare perché è venuta meno, da parte di Palazzo San Giorgio (il Comune), quell’attenzione che c’era prima e così uno dei 5 tratti aperti è chiuso da settimane.
Siamo d’accordo che anche se il Tapis Roulant fosse sempre tutto chiuso, via Giudecca ha comunque cambiato dimensione, s’è trasformata e oggi rappresenta uno dei luoghi più pregiati della città rispetto all’anonimato precedente, con un indotto fatto di nuovi locali nati nella zona proprio grazie al Tapis Roulant, ma ci sentiamo anche di dover sottolineare che il servizio (utilissimo soprattutto per le categorie svantaggiate) di mobilità urbana e pedonale dei tappeti mobili è utile solo se funziona…

Dopotutto è questa la città dei commissari: non che sia colpa di Chiusolo o dei suoi colleghi, che anzi fanno quel che possono da burocrati che a Reggio non c’erano mai stati e che sono stati catapultati dall’alto in una città che probabilmente non avevano mai prima neanche visitato, di cui non conoscevano dinamiche e realtà. Il problema, come più volte abbiamo scritto sin da tempi non sospetti (e l’ha testimoniato Messina negli scorsi anni), è il commissariamento in sè, un provvedimento che per forza di cose arresta ogni processo di crescita e sviluppo di una città. E’ un momento di assoluto smarrimento istituzionale in cui si arriva a rimpiangere quel sistema di democrazia composto di consiglieri comunali, assessori e Sindaco (a prescindere da ogni colore politico) pronti quotidianamente a farsi carico dei problemi dei cittadini in base alle segnalazioni e alle “pressioni” di chi li ha eletti e di chi sarà richiamato a giudicarli dopo pochi anni. Con i commissari non è così: tra pochi mesi, dopo due anni di onorato servizio, andranno via senza alcun tipo di feedback. Stanno chiusi lì dentro nel palazzo per far quadrare i conti, non senza difficoltà, ma ben distanti dai problemi della gente. E oggi, dopo quasi due anni di commissariamento, Reggio è una vergogna di abbandono e degrado. Un Lungomare così triste come nelle foto inviateci da Bruno, che pubblichiamo a corredo dell’articolo, non l’abbiamo mai visto. Eppure sta iniziando l’estate. Fino a un paio d’anni fa, di questi tempi, c’era entusiastico fermento per l’arrivo della stagione più bella. Oggi invece siamo costretti a dover sopportare quest’inguardabile porcheria:

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