Messina, mini-assedio a Palazzo Zanca: Accorinti riceve gli ambulanti abusivi. Poche idee, ma confuse

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10363613_10204483381028827_2656874212717009557_nPer la terza volta negli ultimi quindici giorni gli ambulanti abusivi di Minissale tornano protagonisti della scena politica messinese; per la terza volta gl’improvvisati commercianti, a dispetto di qualsivoglia tipo di licenza, agiscono ai margini della legalità, pretendendo un incontro coi vertici dell’Amministrazione; per la terza volta la classe politica si toglie il cappello, rinunziando al rispetto dell’ordine pubblico e dichiarando altresì la propria disponibilità ad intavolare una trattativa.

Eppure il diritto non dovrebbe essere un elemento trascurabile in questa vicenda: il primo criterio per eliminare le disuguaglianze di fondo del sistema sta lì, nel rispetto della legge, nei principi della Costituzione, nell’uguaglianza di tutti di fronte allo Stato. Curioso che gli amanti di Pertini lo dimentichino. Se gli esercenti pagano le tasse e dispongono di una regolare licenza, non si capisce perché alcuni benemeriti dovrebbero essere esentati dal seguire il medesimo iter. Fin qui, la logica.

A Messina, però, vigono altre regole, prevale la ragion politica dei professori universitari che vedono più lontano degli altri. Così quanti intendevano cambiare la città dal basso si trovano a sprofondare lentamente sotto il livello del mare, un mare melmoso e sporco, che infanga le istituzioni attraverso una pressione indebita, intimidatoria, esercitata nei confronti della pubblica autorità.

ambulantiFacciamo un breve riassunto delle puntate precedenti, per comodità del lettore. Martedì 17 si consuma il primo atto di questa commedia degli orrori: la Strada Statale 114 viene bloccata a causa di una manifestazione improvvisata. Alcuni cassonetti vengono ribaltati, la viabilità è compromessa. Gli ambulanti abusivi protestano contro le forze dell’ordine, colpevoli – guarda un po’ – di essersi mosse nel solco della legge, elargendo multe e sequestrando beni. Accorinti non si rassegna al clima di tensione e apre le porte di Palazzo Zanca per mediare. La tensione scema, la minaccia resta. Passano 9 giorni: il 26 giugno si ripete il medesimo copione. I sequestri avvenuti nella Zona Sud sono il pretesto ottimale per celebrare una nuova occupazione del manto stradale. Si va avanti per più di sette ore. Tavolozze del wc col nome del sindaco vengono esposte in bella vista, un dépliant turistico di un certo spessore: “O ci ascoltano, o qui finisce a schifo” urlano i rivoltosi.

Oggi l’ennesimo tassello del mosaico. L’invasione di Palazzo Zanca, la ricerca forsennata del primo cittadino per avere ragione dei presunti torti subiti. E’ chiaro che il malessere sociale sconcerti i membri dell’Amministrazione; meno chiara appare la disponibilità incondizionata a trattare con ambulanti che bestemmiano a muso duro contro il Sindaco o contro l’Assessore competente.

Ma quali sono le posizioni dei soggetti in campo? In un primo momento, onde evitare un’escalation dei toni, Accorinti aveva offerto alla controparte la possibilità di usufruire degli stalli nel mercato di San Filippo. Proposta respinta al mittente: un mercato settimanale non soddisfa le esigenze di chi, giorno per giorno, cerca di sbarcare il lunario. Palazzo Zanca aveva a quel punto rilanciato: o studiamo un’apertura giornaliera del suddetto spazio, o – in alternativa – vediamo la disponibilità della Zona Industriale. Ancora una volta niente da fare: veto assoluto. Disponendo del suolo pubblico, gli abusivi hanno fidelizzato la propria clientela e temono di perdere parte di essa se dovessero spostarsi presso altre zone cittadine. Da qui l’impasse: l’Amministrazione non può ignorare le norme vigenti e i manifestanti non sono disposti ad accettare compromessi a ribasso.

L’Assessore Panarello ha professato stamane la volontà di risolvere celermente il contenzioso, analizzando caso per caso, valutando la posizione dei singoli ambulanti sulla base del codice della strada. Così si rischia di vedere un abusivo legittimato ed un abusivo che deve sloggiare: curiosa disparità. Nel mentre Ernesto Montalto, portavoce degli ambulanti e referente per la Cicas (Confederazione Imprenditori Commercianti Artigiani Turismo e Servizi), accetta di raccogliere le generalità degli interessati, chiedendo maggiore tolleranza in questa prima fase. Ma il potere politico può bloccare l’azione degli uomini in divisa? Assolutamente no, per cui punto e a capo, di là dalle belle parole. L’unico dato certo, allo stato attuale, è che nulla è stato risolto.

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