Gli esercenti lamentano i danni subiti: la contrazione della clientela, la rinunzia strutturale a quei consumatori occasionali che, col parcheggio a pagamento o in doppia fila, effettuavano acquisti celeri. Da qui il calo delle vendite, imputato pressoché totalmente alle sciagurate scelte della Giunta.
Meno di un mese fa è stata Palermo a redigere il progetto istitutivo delle aree pedonali. Un progetto ben più sostanzioso, se è vero com’è vero che centosessantaquattro luoghi della città saranno direttamente interessati: alle sei aree pedonali già previste dal vecchio Piano Generale del Traffico Urbano si aggiungeranno altre cento fra strade e vicoli, nonché quaranta piazzette. Perfino via Maqueda, realtà tutt’altro che periferica, dal 4 giugno è chiusa al traffico dalle 10 alle 20, senza che questo abbia generato un vespaio di insulti. “Sono strade che stiamo liberando”, ha affermato l’assessore palermitano alla Mobilità, Giusto Catania. Lo stesso intento del primo cittadino messinese. Con una sola differenza: se il Sindaco Orlando lotta con lo smog (osteggiando il famoso “ciaffico” di Johnny Stecchino), Accorinti invoca la necessità di riappropriarsi degli spazi cittadini. Ça va sans dire.