Messina, danni portale del Duomo e statua di San Paolo decapitata: il mistero s’infittisce…

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DSC01832I danni subiti dal portale del Duomo stanno facendo riflettere la cittadinanza. La domanda di fondo è semplice e investe direttamente i Vigili del Fuoco: si è trattato di un intervento di manutenzione ordinaria, nel solco dei limiti e delle competenze definite, o qualcosa è andata per il verso storto? Abbiamo evidenziato come ben poche certezze si profilino all’orizzonte, se si eccettua il danno subito dalla statua di San Paolo (un danno peraltro evidente, che ha privato la scultura del proprio volto). Versioni discordanti dei testimoni oculari non fugano i dubbi: per un fedele che denunzia l’uso del piccone, se ne trova un altro pronto a giurare sull’oculatezza dei pompieri.

ImmagineEppure in questa annosa vicenda qualcosa non torna. Facciamo un altro passo verso la verità, aggiungendo un tassello al mosaico della nostra ricostruzione. Nella denunzia di ieri avevamo chiesto una posizione chiara da parte del corpo, della soprintendenza e financo della Curia, secondo il principio della trasparenza. Ora, l’attenzione rivolta dai media ad una situazione sconcertante, vieppiù se si tiene in considerazione il valore storico della Cattedrale, ha persuaso Grazia Musolino dell’opportunità di un intervento chiarificatore. La responsabile dell’Unità operativa Storico-Artistica della soprintendenza ha così manifestato il proprio amaro sconcerto: “Non comprendo per quale ragione non siamo stati chiamati nell’immediatezza dell’allarme e del monitoraggio dei Vigili del fuoco. Come se invece di uno straordinario bene culturale si fosse trattato della verifica di un balcone. (…) Se ci avessero contattato saremmo subito accorsi, come quando si trattò del mascherone a rischio in Piazza San Vincenzo e il nostro ufficio partecipò all’opera di rimozione”.

10414925_10203807050637521_9153106394440738889_nUn punto, pertanto, appare certo: i Vigili del fuoco, appurato il danno, non hanno chiesto un’azione di monitoraggio alla soprintendenza. Naturalmente i maligni potrebbero mettere in dubbio l’oggettività della dottoressa Musolino, essendo parte in causa; ma di là dalla spiccata professionalità, in assenza di riscontri di carattere contrario o di posizioni ufficiali espresse dagli uomini del 115, è impossibile mettere in discussione la buona fede di una rinomata professionista.

Bisogna, inoltre, valutare gli elementi di contesto, in queste ore abbondantemente sottovalutati. Ammettiamo per un attimo entrambe le ipotesi, straordinaria professionalità dei pompieri o incuria nell’azione di messa in sicurezza. Certo è che San Paolo non godeva di buona salute. Ma perché una colonnina ristrutturata pochi anni addietro, con interventi “risolutivi” in tal senso negli anni ’90 e in concomitanza col Giubileo, si trova adesso a patire le ingiurie del tempo? Gli esperti non soltanto manifestano un evidente scetticismo sull’accuratezza dei lavori passati, ma lanciano un monito sui cosiddetti “elementi decorativi” che andrebbero consolidati. Si tratta, in sostanza, di quelle realtà ornamentali che esigono un procedimento particolare per la tutela dell’integrità: un procedimento basato su materiali che tengano conto del “consono rilievo artistico” stabilito dalla legislazione in materia. E questa non è storia, ma cronaca dei giorni nostri.

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