Messina, un cero per Maria: Accorinti reagisce alle accuse di Gioveni

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Doveva essere un 2 giugno tranquillo, ove l’unica incognita era legata alle condizioni metereologiche. Così non è stato. O almeno non del tutto. La cerimonia che si è tenuta a Piazza Unione Europea è stata caratterizzata dalla sobrietà: niente fronzoli, né fasti né bande. Una celebrazione frugale quale tributo alla memoria collettiva. Sì, perché 68 anni fa, dalle macerie di una guerra mondiale e civile, nasceva questa martoriata Repubblica e il suffragio universale scandiva i tempi dell’Assemblea Costituente.

Come da tradizione, innanzi al Monumento ai Caduti è stata deposta una corona d’alloro, un momento toccante per le autorità cittadine e per le rappresentanze militari, che hanno visto sfilare i Gonfaloni della Città e della Provincia regionale, nonché il Medagliere del Nastro Azzurro. Medaglie d’onore sono state assegnate a Giuseppe Cassone e Annamaria Anastasi di Messina, ad Antonino Piscitello di S. Stefano di Camastra, a Liboria Volpe di Mistretta.

A margine dell’evento, il Sindaco Renato Accorinti si è fermato a colloquio coi giornalisti. L’oggetto del suo autentico flusso di coscienza non poteva che essere l’offensiva di Libero Gioveni. Giusto ieri l’altro, il consigliere comunale in quota Udc aveva denunziato le inadempienze del primo cittadino, reo – a suo dire – di non aver stanziato neppure i fondi per offrire alla Madonna di Montalto il cero votivo, una banale spesa da cento euro. Un’accusa che Accorinti ha respinto nettamente al mittente. “Gioveni appartiene a quella classe politica che ha dilapidato milioni e ora fa apparire me come negligente? Non lo sa, forse, che stiamo facendo i salti mortali fra i vincoli imposti dalla Corte dei Conti?”. Domande che Accorinti avrebbe voluto rivolgere direttamente al consigliere comunale in questione, qualora la denuncia fosse passata prima da Palazzo Zanca e solo in un secondo momento fosse finita nei comunicati stampa. Su questo punto, il sindaco non ha dubbi: “Questo è un modo pessimo di fare politica, calunnioso e velenoso. Non ho rabbia, ho indignazione per un’offensiva immorale. Non si scherza sulla fede, vengono toccate corde pericolose. Ed è una cosa insopportabile, specie per chi – come me – considera la politica prima di tutto una missione spirituale”. Da qui la rivendicazione del suo operato: “Mentre prima si assumevano gli amici degli amici, noi stiamo cercando di portare le eccellenze, basti pensare a Ciacci e Rossi, i migliori sulla piazza. Abbiamo aperto tutti i cantieri che potevamo aprire: l’Istituto Marino, giusto per fare un esempio, verrà completato. E questo vuol dire lavoro, nonostante le centinaia di milioni di debiti che costringo il Comune a fare i conti con Roma e con la Regione”. Infine l’apertura: “Lo voglio dire a chiare lettere: combatto l’errore e non l’errante. Se Gioveni ha proposte costruttive sono a sua disposizione, ma smettiamola di avvelenare il clima”.

 

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