Italia: molte professoresse tra i banchi con in media 20 anni di esperienza. Ecco alcuni dati dell’OCSE sulla scuola italiana

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Studenti in una scuolaGli insegnanti in Italia sono soddisfatti del loro lavoro e sentono di riuscire a motivare gli studenti anche nei contesti più difficili. Lo afferma il rapporto dell’indagine Internazionale sull’Insegnamento e Apprendimento (TALIS), realizzato per conto dell’OCSE e divulgato dal Miur. Pensano tuttavia che l’insegnamento non sia valorizzato nella società. Infatti, l’87 % dei docenti Italiani di secondaria di I grado (scuola media) ha fiducia nelle proprie capacità di saper motivare gli studenti che hanno scarso interesse per le attività scolastiche e il 98% sente di saper portare gli studenti a credere nelle loro capacità di raggiungere buoni risultati.

Inoltre, la grande maggioranza degli insegnanti italiani (94%) afferma che tutto sommato è soddisfatta del proprio lavoro. Ma esiste anche un 88% che afferma che l’insegnamento è scarsamente valorizzato nella società. Invece, in Finlandia, nei Paesi Bassi, Singapore e Alberta (Canada) una percentuale tra 40-68% dei docenti sente che l’insegnamento è adeguatamente valorizzato. Questa percezione negativa sembra diminuire allorché aumenta la partecipazione degli insegnanti ai processi decisionali a livello di scuola.

Il corpo insegnante italiano è decisamente più femminilizzato rispetto alla media internazionale. Infatti, con il 79% di donne insegnanti l’Italia si colloca al quinto posto nella graduatoria complessiva del tasso di femminilizzazione. Se poi si considerano solo i paesi più industrializzati, il corpo docente italiano è quello più femminilizzato.

Nell’ambito dei 33 paesi TALIS, l’Italia detiene il primato della classe insegnante più anziana (6 anni in più rispetto alla media TALIS). Alla maggiore anzianità media fa da contrappeso un maggior patrimonio di esperienza professionale. Gli insegnanti italiani hanno in media 20 anni di esperienza di insegnamento.
In linea con gli altri paesi, la maggior parte dei nostri docenti ha condotto studi di livello universitario. Più distante dalla media internazionale, invece, il dato che si riferisce alla formazione specifica finalizzata all’insegnamento (79% Italia vs 90% nei Paesi TALIS). Inoltre, una quota consistente dei nostri docenti di secondaria di I grado è entrata nell’insegnamento senza aver ricevuto una specifica formazione nella pratica didattica in una o più delle materie insegnate ( 52% Italia vs 11% Paesi TALIS).
La percentuale degli insegnanti italiani con contratto a tempo indeterminato che riporta la partecipazione a un programma formale di avvio alla professione in occasione del primo rapporto regolare di lavoro è sopra la media TALIS (59 % Italia; 49% Paesi TALIS), mentre è molto più bassa rispetto alla media TALIS, la percentuale dei docenti a tempo determinato che avrebbe fruito di questa opportunità formativa (9 % Italia; 46% Paesi TALIS).I docenti italiani lavorano in scuole di dimensioni mediamente più grandi rispetto alla situazione tipo dei paesi TALIS. A fronte di queste maggiori dimensioni in termini di studenti e insegnanti, le scuole registrano un numero medio di personale non docente uguale alla media TALIS (24 unità). In particolare emerge nelle nostre scuole la carenza di personale di supporto alla didattica. In Italia c’è 1 unità di personale di supporto alla didattica ogni 60 docenti, mentre per la media TALIS il rapporto è 1 a 14.
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