Sesso non protetto, boom di “Baby-Mamme” in Sicilia: “manca informazione”

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Essere in grado di programmare la maternità è un diritto fondamentale della donna e fornire alle italiane gli strumenti per farlo è un dovere dei ginecologi“. Commenta così Annibale Volpe, past president della Società Italiana della Contraccezione (SIC) i risultati di un’indagine promossa dalla Cgil e dall’Unione degli universitari che fotografa il trend dell’interruzione volontaria di gravidanza in Sicilia. Secondo lo studio, presentato nei giorni scorsi a Palermo, all’isola spetta un primato negativo: in sintesi, l’Istat ha calcolato che, nel 2012, 433 ragazze sotto i 18 anni e 294 tra i 18 e i 19 anni sono diventate mamme. Di tutte queste, solamente una era sposata. Ad aggravare il quadro, la percentuale degli aborti tra le minorenni: la più alta dello Stivale (il 10,6% contro l’8,5% della media nazionale). “Una gravidanza non desiderata – continua Volpeobbliga le giovanissime ad abbandonare gli studi, a interrompere un cammino verso quell’emancipazione che conduce, generazione dopo generazione, a un progresso sociale e culturale“. Da qui la necessità di un’educazione sessuale efficace e costante. “Per fare un esempio: in Belgio, negli anni, sono state condotte efficaci campagne di informazione sui metodi contraccettivi” puntualizza il professore “non a caso questo Paese è quello in cui la percentuale di IGV è più basso in Europa“. Esiste dunque una correlazione positiva tra interruzioni volontarie di gravidanza ed educazione sessuale. Quindi “le famiglie di provenienza devono assumersi la responsabilità di insegnare ai ragazzi la differenza tra sesso e amore e, dunque, devono insegnare cosa significhi affettività. A noi ginecologi, invece, spetta l’onere di fare educazione sessuale e di spiegare alle ragazze e ai ragazzi in modo semplice come evitare una gravidanza indesiderata“. Un compito certamente non facile in un Paese che, come l’Italia, si posiziona tra i fanalini di coda europei per utilizzo dei contraccettivi ormonali combinati (COC): il 16,2% vs al 21.4% della media europea (dati United Nations World Contraceptive Use, 2011). “Molte ragazzine – sottolinea Volpesono convinte che la pillola faccia ingrassare, che non sia adatta alla loro fascia d’età, o, peggio, che possa provocare sterilità“. Nulla di più falso, mette in guardia il ginecologo: “La pillola è particolarmente indicata per le teens: i contraccettivi orali per esempio sono efficaci nel ridurre le lesioni infiammatorie e non infiammatorie dell’acne facciale e, qualora, si desiderasse una gravidanza, basta smettere di assumere il contraccettivo orale: il ciclo mestruale tornerà ad avere le stesse caratteristiche ‘pre-trattamento’ senza incidere il alcun modo sulla fertilità della donna“. Inoltre, spiega ancora il professore, “la pillola non può provocare in alcun modo malformazioni fetali, né può determinare un aumento degli aborti spontanei“. Per le giovanissime, ancora, gli estroprogestinici sono utili per la regolarizzazione del ciclo: “Uno dei loro effetti più noti e bene accettati” riassume il ginecologo “è proprio quello della regolarizzazione del ritmo mestruale. Un effetto importante che – unito alla certezza di non poter rimanere incinta – consegna alle giovani donne una sessualità più libera e soddisfacente“. Volpe si rivolge, infine, direttamente ai ragazzi: “Confrontatevi sempre con il vostro ginecologo per individuare il contraccettivo orale più adeguato alle singole esigenze ed evitare, così, la ritenzione idrica che causa aumento di peso. Ricordate sempre che dopo 50 anni di lunga e onorata ‘carriera’, gli estroprogestinici sono presenti sul mercato con formulazioni diverse, alcune delle quali anche a base di estradiolo naturale“.

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