Reggio, Nava su sulla giornata contro l’omofobia: “Mettere in pratica diritti costituzionali”

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“Dalla iniziativa di Oppido Mamertina “Apri la mente. Apri il Cuore” a quelle successive organizzate a Reggio Calabria- dice Consuelo Nava-  non può che giungerci un appello concreto e vicino a mettere in pratica nel quotidiano i diritti costituzionali e quelli di cittadinanza. Abbiamo ogni ragione per condividerne le motivazioni.
La crescita sociale e civile di una comunità si misura sulla sua capacità di accogliere le sfide contro le diseguaglianze di ogni genere, contro qualsiasi utilizzo delle categorie per usare discriminazioni, violenze e fobie. Eppure ancora oggi subiamo un deficit di normalità e sano umanesimo, in tutti i luoghi di vita e relazione; il nostro paese e le nostre città sono spazi senza luoghi veramente ed ugualmente condivisi. “In un’indagine del 2013 dell’agenzia Ue per i diritti fondamentali due intervistati su tre hanno detto di aver nascosto o dissimulato il proprio orientamento sessuale a scuola e almeno il 60% di loro è stato oggetto di commenti o comportamenti negativi, mentre oltre l’80% ricorda commenti negativi o atti di bullismo verso studenti lgbti.” Fa bene l’ArciGay italiana a lanciare una sfida ai candidati europei per sottoscrivere la piattaforma “come out” per l’UE in dieci punti: “parità delle persone lgbti; la creazione di un meccanismo di sorveglianza contro le violazioni dei diritti umani; l’adozione di una legislazione globale antidiscriminazione; azioni di contrasto alla violenza omofobica e transfobica; la promozione di una definizione inclusiva di famiglia nelle politiche dell’Ue; la tutela dei diritti delle persone trans; interventi contro il bullismo scolastico; il contrasto alla discriminazione e alle disuguaglianze nelle politiche per la salute; garanzie per una protezione efficace per i richiedenti asilo lgbti.”
In una società che si dice evoluta per molti versi, che misura la sua qualità della vita sul benessere diffuso, la capacità di comprendere “la causa dell’altro”, accettando la sua identità, i suoi valori e le sue scelte, diventa il calibro di ogni vero e proprio naturale cosmopolitismo, di ogni equità. Il processo di uguaglianza è quello della differenza, esso aiuta ogni spazio di soggettivazione individuale e collettiva e sostiene anche ogni luogo di progetto politico.
Ogni azione di mobilitazione, di iniziativa e di azione diretta a fini educativi, informativi e di osservatorio dei fenomeni sull’omofobia e la transfobia non può che aiutare questo processo. Una città non indifferente, che anche a Reggio Calabria, ha potuto giovarsi delle sfide messe in campo dalle associazioni, dagli attivisti e dalle comunità concrete può ancora mostrarsi migliore, riducendo anche su questi aspetti i conflitti ambientali e le marginalità, valorizzando e garantendo tutti i possibili spazi delle differenze. Semplicemente un modo più giusto di progettare e risolvere una normale e necessaria politica del welfare, legittimando ogni coscienza civile, ogni umano sentire ed essere se stessi.

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