Reggio, iniziativa dell’Ordine dei Medici: lectio magistralis sul consenso informato

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Nuovo incontro presso l’Auditorium dell’Ordine dei Medici di Reggio Calabria fra camici bianchi ed operatori del diritto grazie alla collaborazione instauratasi fra l’ente guidato dal dott. Pasquale Veneziano e l’Osservatorio sulla Giustizia Civile presso il Tribunale reggino.
Ad aprire i lavori di questa giornata che ha raccolto l’adesione di centinaia di professionisti della città dello Stretto, è stato il Coordinatore della commissione formazione ed aggiornamento dell’Ordine dei Medici, Antonino Zema, il quale ha rammentato l’importanza di un’iniziativa che mira a rafforzare le conoscenze di due classi professionali che spesso intersecano la loro attività.
Quindi, in veste di moderatore, è toccato ad Ornella Mafrici, avvocatessa reggina, avviare i lavori verso gli snodi centrali della discussione.
Al centro del dibattito, in particolare, la questione del consenso informato. “Anche se la visione familistica del rapporto fra medico e paziente non può più essere ripristinata poiché viviamo un’epoca storica diversa dal passato – ha osservato Pasquale Veneziano, Presidente dell’Ordine dei Medici e co – moderatore dell’evento – non si può trascurare questo aspetto nell’ambito della questione del consenso informato. E’, senza dubbio, fondamentale che il medico offra una corretta informazione al paziente e che si creino le condizioni necessarie per migliorare un rapporto logorato da diversi fattori esterni. Ormai il medico è costretto ad essere prima burocrate, andando a perdere tempo prezioso per svolgere tutta una miriade di adempimenti in tal senso. In più la cronica carenza di personale nei presidi sanitari, è un ulteriore difficoltà che si incontra nel percorso per instaurare delle buone prassi relazionali fra le due parti”.
Nella sua lectio magitralis su “ La responsabilità sanitaria ed il difetto di informazione e consenso”, Claudio Crinò, docente di medicina legale presso l’Università di Messina, ha evidenziato come “la cosa migliore da fare è quella di far scrivere di proprio pugno al paziente la circostanza di essere stato informato di tutti i rischi e vantaggi connessi alla terapia od all’intervento chirurgico e di non avere null’altro da chiedere”.
“Abbiamo cercato di promuovere un’iniziativa – ha commentato in conclusione Ornella Mafrici – in grado di offrire delle indicazioni di massima a dei medici che svolgono attività di consulenza presso i tribunali affidando loro gli strumenti per poter elevare gli standard qualitativi delle perizie ed evitare controversie del tutto prive di fondamento. Per gli avvocati, poi, ci sono degli importanti spunti di riflessione, poiché la medicina legale si incontra col diritto. Infatti, così come il medico legale deve conoscere la giurisprudenza ed i principi di diritto fondamentale, così l’avvocato deve fare uno sforzo, pur venendo da una formazione diversa, e comprendere i meccanismi che possano portare alla valutazione di un danno”.

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