Dopo quelli eseguiti lo scorso mese di marzo, gli uomini del CENTRO OPERATIVO DIA DELLA CAPITALE, supportati da quelli della Sezione Operativa DIA di Catanzaro, hanno eseguito nella mattinata odierna un ulteriore provvedimento del TRIBUNALE – SEZIONE MISURE DI PREVENZIONE – DI VIBO VALENTIA, che ha riguardato tra l’altro la società CAFFÈ FIUME srl proprietaria dell’omonimo bar di via Salaria.
Tra i beni sequestrati dal personale della DIA anche un altro BAR-RICEVITORIA ed un APPARTAMENTO, dimora della famiglia RAZIONALE, ubicati nel territorio della provincia di Vibo Valentia.
In particolare, gli investigatori hanno appurato che l’appartamento sequestrato, riconducibile al RAZIONALE, era fittiziamente intestato alla famiglia ed al Sindaco uscente di San Gregorio d’Ippona (VV), che avevano venduto negli anni 80 l’immobile al capo della cosca FIARE’-RAZIONALE senza mai effettuare il dovuto passaggio di proprietà.
La posizione del Sindaco e dei suoi famigliari è adesso è al vaglio degli inquirenti, avendo favorito, per tutti questi anni, l’aggiramento della normativa antimafia da parte del RAZIONALE.
Il provvedimento del Tribunale di Vibo ha riguardato anche una grossa SOCIETÀ di rilievo nazionale nel campo dell’edilizia, la “ LICO SANTO s.r.l.”, soggetto giuridico con sede legale a Roma, ma operativa in varie città.
Applicando la nuove norme antimafia, IL TRIBUNALE HA AFFIDATO LA GESTIONE DELLA SOCIETÀ AD UN AMMINISTRATORE GIUDIZIARIO, poiché le indagini della DIA di Roma hanno svelato l’esistenza di intensi rapporti affaristici tra detta società e la EDIL SERVICE srl e la ROMA SERVICE srl già sottoposte a sequestro perchè riconducibili alla cosca del RAZIONALE,.
Si è accertato che la LICO SANTO srl ha impiegato nel ciclo lavorativo operai non in regola con la normativa vigente, forniti dalle società del RAZIONALE, risparmiando così notevoli costi del personale.
La durata nel tempo di tale rapporto aveva trasformato la LICO SANTO srl, in una società fiduciaria della cosca, che poteva farvi affidamento come fonte stabile di guadagno, permettendogli di partecipare indirettamente alla gestione degli appalti privati e pubblici, senza correre il rischio di essere scoperti, motivo del provvedimento adottato dal Tribunale finalizzato a garantire il controllo della società ed a prevenire la continuità dell’ingerenza mafiosa.