Messina, Genovese va ai domiciliari e la città si prepara alla gazzarra

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GENOVESE, 'MI SONO COSTITUITO PER RISPETTO DELLE ISTITUZIONI'Ed ora prepariamoci all’ennesima polemica. Da un lato si schiererà il plotone d’esecuzione degli assetati di sangue, una tribuna da far invidia a Robespierre, solerte nello strumentalizzare il caso alla vigilia delle elezioni europee. Fra questi, in particolare, siederanno scomposti e urlanti i Cinque Stelle, col cappio in mano, bramosi di spedire il malfattore in carcere senza inutili formalità giudiziarie. Dall’altro lato suonerà lenta ed assordante la campana degli innocentisti, di quanti inesorabilmente ravviseranno nella decisione del gip l’inizio di un processo di beatificazione, naturalmente da condurre su corsia preferenziale. In medio stat virtus.

Il dottor Giovanni De Marco, registrate le istanze dei legali del deputato Pd ed ascoltato il parere della procura competente, ha impiegato ogni giorno a sua disposizione prima di maturare una decisione. Lo ha fatto con ragionevole onestà intellettuale, sotto la pressione dell’opinione pubblica, districandosi a fatica dagli opposti moniti dei giornalisti. L’ex sindaco di Messina non è stato assolto in toto o prosciolto dalle accuse, non è asceso al cielo con lo sguardo rivolto a Gerusalemme: semplicemente può uscire dal penitenziario di Gazzi, facendo valere – a buon diritto – la sua condizione di presunto innocente. Perché un indagato non è un condannato, anche se questo appunto spesso sfugge ai tribuni.

In un paese garantista, le misure di custodia cautelare – in particolare la carcerazione preventiva – dovrebbero rappresentare l’eccezione, non la regola. Nel caso Genovese non è stato registrato il rischio di inquinamento delle prove (un rischio che deve essere concreto e non ipotetico ai sensi dell’art. 274 c. 1 c.p.p.), né il pericolo di fuga, né – infine – il rischio di reiterazione del reato. Dunque Genovese abbandona la sua cella per difendersi nel processo e non dal processo. Augurandoci che il Tribunale competente sia celere nell’accertare i fatti, speriamo di vivo cuore che la contesa non diventi l’ennesima occasione di una faida civile fra tifoserie. A Messina come a Roma.

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