Messina, furti e rapine: farmacisti pronti alla serrata. Mentre il Siulp denuncia i tagli

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Lo avevamo scritto a chiare lettere: a Messina la situazione inizia a diventare preoccupante. Lo avevamo scritto non per alimentare campagne mediatiche allarmiste, e ci mancherebbe, ma sulla base dei dati reali offerti dalla cronaca quotidiana: i numeri certificano un’escalation di micro-criminalità, soprattutto nella zona sud. Furti, rapine, minacce, incendi, perfino qualche sparo. Pistole nascoste in pieno centro, destinate ad essere usate sul momento. Farmacie pronte allo sciopero per tutelare la sicurezza del proprio personale. Delinquenti improvvisati, disposti a rischiare una condanna dai tre ai dieci anni di carcere pur di strappare un misero bottino da sessanta euro in una pasticceria di Via La Farina. Storie surreali di ordinari soprusi. Sono squarci di una città assonnata, attraversata da ladruncoli comuni pronti ad approfittare degli scarsi mezzi a disposizione delle forze dell’ordine per fare il bello e il cattivo tempo.

E proprio su questo tema è arrivata la denuncia di Maria Isabella Marcelletti, segretaria provinciale della Siulp: “La costante riduzione degli operatori a causa del blocco del turn over, la loro crescente età anagrafica, le risorse economiche sempre più ridotte, oltre a produrre un diffuso malcontento e affaticamento tra gli operatori, finiscono inevitabilmente col depotenziare i controlli sul territorio”. Un allarme vero e proprio che ha spinto il segretario provinciale di Federfarma, Giovanni Crimi, a rompere gli indugi, incontrando prima il Questore e poi il Prefetto per manifestare un’accorata preoccupazione. Le istanze della cittadinanza, va detto, non restano lettera morta: il dottor Giuseppe Cucchiara, evidenziando il buon operato degli agenti (testimoniato, fra l’altro, dall’aumento degli arresti per i crimini di tipo predatorio), si è impegnato ad aumentare ulteriormente il numero di uomini in borghese in giro per la città, invitando i proprietari degli esercizi commerciali – ove fosse possibile – ad installare telecamere a circuito chiuso nella sciagurata ipotesi di un fallimento della prevenzione. Un passo importante verso la sicurezza, sebbene il cammino resti difficile e tortuoso.

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