Gli agenti dei Comandi Stazione di Cava di Melis e Cupone, unitamente a personale del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del CFS di Cosenza, durante un controllo del territorio finalizzato alla prevenzione e repressione dell’abusivismo edilizio all’interno dell’area protetta, hanno accertato che erano state costruite senza alcun permesso, autorizzazione e nulla-osta previsto dalla normativa 17 opere edilizie, di cui alcune già ultimate ed altre in corso di realizzazione, costituite da fabbricati, seminterrati, colonne, muri e muretti, scale, tettoie e un’ampia vasca, il tutto in cemento e pietre e in cemento armato rivestito con pietre, determinando così una sostanziale trasformazione dell’assetto urbanistico-edilizio ed ambientale dei luoghi.
L’area interessata dai lavori, estesa per 4235 mq, si trova a ridosso del torrente Macrocioli, con destinazione urbanistica a zona verde, ed è sottoposta a vincolo paesaggistico e ricompresa in un’area d’attenzione per il pericolo d’inondazione perché considerata ad alto rischio idrogeologico; proprio questa zona, una volta completate le opere edilizie e le sistemazioni in atto, con tutta probabilità sarebbe stata adibita a struttura turistico-ricettiva.
Il proprietario deferito era stato già denunciato dal Corpo Forestale dello Stato nel 2005, per aver realizzato delle opere abusive sempre nella stessa proprietà e per le quali il Comune di Longobucco aveva emesso un’ordinanza di demolizione, rimasta però ineseguita.
Adesso è stato disposto il sequestro preventivo per l’intera superficie, comprese le opere abusive costruite su di essa.