Montesano intende innanzitutto ringraziare il prof. Ennio Amodio e all’avv. Antonio Mazzone, “non solo per la riconosciuta competenza professionale, ma anche per il loro tatto umano, che è stato fonte di sostegno in questi due anni difficili”. Nonostante la consapevolezza di aver operato nel rispetto della legge e con senso di responsabilità, rivela l’imprenditore reggino, “non è stato semplice vivere l’esposizione mediatica legata a un procedimento penale che, essendo stato avviato sulla base di un esposto, era un atto dovuto. La giustizia, anche in tempi ragionevoli, ha fatto il suo corso. La magistratura, rigettando tutti i ricorsi avverso l’archiviazione, proposti dal denunciante anche dinanzi alla Corte di Cassazione, ha pienamente restituito a me e alla mia famiglia l’onorabilità che questa brutta vicenda ha rischiato di portar via”.
Secondo Carlo Montesano, “l’aspetto più doloroso è stato quello di vedere il nostro nome, dopo anni di impegno e investimenti per questa comunità, accostato ad accuse gravi, infamanti, che sono state giudicate del tutto inconsistenti da due pubblici ministeri, da due gip, dal procuratore generale presso la Cassazione e dalla stessa Suprema Corte. Per quanto ci riguarda – prosegue l’imprenditore reggino – il presupposto di ogni iniziativa aziendale è il rispetto assoluto delle norme e, prima ancora, della legge morale dentro di noi. Abbiamo sempre agito nella consapevolezza che le dinamiche del nostro gruppo avessero una notevole incidenza sul tessuto sociale, economico e produttivo di Reggio Calabria”. Ma proprio questo senso di appartenenza alla città genera un profondo rammarico in Montesano: “Sono addolorato per l’insuccesso del concordato della Gdm nel quale, peraltro, tengo a ricordarlo, ci siamo fatti carico della cessio bonorum. Un imprenditore si accolla il rischio che l’azienda possa andare incontro a difficoltà anche gravi ed è per questo che avevamo accettato di spogliarci della titolarità di quel patrimonio, pur di salvare Gdm e, soprattutto, molti posti di lavoro. L’esito, nonostante abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità, è stato diverso – conclude Carlo Montesano –. Tutto questo è motivo di profonda amarezza: ci è stato restituito il buon nome, ma sulla pelle di Reggio è rimasta una profonda cicatrice. Il tempo, ne sono certo, svelerà chi gliel’ha procurata davvero”.