Grillo crolla, perde 3 milioni di voti e la rete si scatena: “#vinciamopoi, #beppevaiacasa”

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Dall’hashtag #vinciamonoi, con cui i sostenitori del Movimento 5 Stelle avevano lanciato l’operazione sorpasso, all’ironico #vinciamopoi, che dall’apertura delle urne sta tenendo banco su Twitter, il passo linguistico e’ breve. Ma per questo semplice cambio di consonante passa tutta la delusione dei pentastellati, che speravano di scavalcare o quantomeno di tallonare il Pd, e invece si ritrovano sotto di quasi 20 punti. Lo scoramento M5S e’ mitigato dal fatto che i grillini restano oltre la soglia del 20 per cento, attestandosi al 21,15%, una quota che vale il titolo di secondo partito dopo i democrat con un cospicuo vantaggio su Forza Italia, ma comunque li relega a terza forza politica in quanto la coalizione di centro/destra (FI, Lega, NCD e FdI) supera il 31% con oltre 10 punti di distacco sopra il Movimento  Stelle.

Per Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, rispettivamente il fondatore-leader e fondatore-guru del M5S, è grande l’insoddisfazione per il mancato exploit. Se osservati in termini assoluti, i numeri per Grillo e Casaleggio sono ancor piu’ deludenti: i pentastellati non solo perdono 4,5 punti percentuali rispetto al 25,56 delle Politiche 2013 (quando a sorpresa il Movimento era emerso come prima forza in Italia, visto che il primato Pd alla Camera era stato reso possibile solo dal voto degli italiani all’estero), ma smarriscono piu’ di 3 milioni di elettori (nel febbraio scorso furono 8.691.406, oggi, con un’affluenza assai piu’ bassa, ammontano circa a 5 milioni e mezzo).

La consegna, per i parlamentari pentastellati, e’ stata di non commentare l’esito delle elezioni fino a risultati definitivi. Si aspetta la lettura del voto da parte di Grillo. Ma finora e’ chiaro che la campagna incentrata sull’aggressivita’ a tutto campo e sulla convinzione di conquistare il primato elettorale, da cui partire per ottenere le elezioni anticipate e la cacciata di Giorgio Napolitano dal Quirinale, ha mancato i suoi obiettivi.

SUL WEB SI SCATENA L’IRONIA – Certa ormai l’avanzata del Pd, l’ironia e lo sfottò si riversano sulla sconfitta del M5S e sulla sua convinzione di voler prendere un voto in più degli avversari, dichiarata fino al giorno prima dell’apertura dei seggi. ”Oggi @beppe_grillo in effetti rivedrà le stelle. Proprio come un pugile al tappeto dopo un KO. #vinciamopoi #beppevaiacasa”, twitta il parlamentare del Pd Francesco Russo. “I grillini -osserva un anonimo commentatore- si sono dimenticati di andare a votare. Sono rimasti tutti a piazza San Giovanni”. Ma c’è anche chi non ha dimenticato le parole del leader sulle conseguenze di un’eventuale sconfitta. E twitta, ricordando le parole di Grillo dello scorso 3 aprile. “O vinciamo o stavolta me ne vado a casa”. “Grillo: se vinciamo le europee -rammenta con un po’ di cinismo Paola G. – salgo al Colle e chiedo il governo… ma anche una corda va bene”. “Beppe stai sereno, #vinciamopoi”, gli manda a dire Giuseppe, sull’onda del famoso ‘Enricostaisereno’ che Renzi inviò a Enrico Letta, pochi giorni prima di sfrattarlo da Palazzo Chigi. “Vinciamo poi. Tutta colpa dei microchip impiantati nei cervelli degli italiani e delle matite non leccate”, twitta un altro, riprendendo una raccomandazione che Grillo aveva rivolto agli elettori. Secondo un tweet, il 40% del Pd e il 21 del M5SW è “la vendetta di Berlinguer. #beppevaiacasa, #vinciamopoi”. Tany invita a “prenotare un aereo per Beppe. #vinciamopoi”, mentre Lorenzo Romani dice ai grillini: “da oggi sarete chiamati Movimento 5 Sberle”.

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