Quest’ultimo, nel presentare l’iniziativa, ha posto l’attenzione sulla necessità di superare – a livello comunitario – l’impostazione tedesca dell’austerità, che avrebbe prodotto inevitabili ripercussioni in campo sociale con la cancellazione progressiva del welfare e la precarizzazione del mercato del lavoro. “Risultati ben distanti dal nostro credo, proiettato semmai su un’Europa in grado di emancipare i lavoratori dalla povertà e dal bisogno” ha affermato il leader sindacale. Fiandaca, lungi dal dissentire, ha esternato le proprie perplessità sulla politica comunitaria degli ultimi anni, evidenziando come “soltanto attraverso una politica rinnovata si potranno abbattere egoismi e qualunquismi”. Se la linea promossa dal partito è di vincolare stabilmente l’Italia all’Europa, è altresì innegabile che al Pd serva coesione. Da qui la riflessione sugli affari interni, sulle beghe e sugli scandali: “Il Pd siciliano – ha ammesso il giurista – non ha dato negli ultimi tempi segnali di grande unità. Eppure tutte le sfide, anche quelle europee, si vincono insieme, partendo dall’omogeneità d’intenti. Ora, al di là dalle simpatiche rivoluzioni annunciate, non mi sembra che Crocetta abbia indicato una chiara prospettiva di sviluppo accettabile”. Ne deriva la proposta rivolta a tutti i siciliani: “Se vogliamo superare il dramma economico che abbiamo vissuto, dobbiamo spendere meglio i soldi del Fondo Europeo di Sviluppo, senza incedere in una logica di tipo clientelare. Questo è un impegno concreto che mi sento di prendere: un’azione decisa per stabilire dei paletti chiari nell’ambito della nuova programmazione europea per il periodo 2014-2020”.
Fiandaca attacca Crocetta e riparte dai FES
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