Caso Scajola: i soldi a Matacena da un conto corrente della Camera

StrettoWeb

Esisterebbe un conto corrente bancario, aperto presso la tesoreria della Camera dei Deputati, attraverso il quale sarebbero partiti dei soldi destinati ad Amedeo Matacena Jr., l’ex deputato di Forza Italia latitante a Dubai dopo una condanna definitiva a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Su quel conto sarebbe dovuto transitare anche il denaro per finanziare il trasferimento di Matacena in Libano. Questo e’ quanto emerge da un’intercettazione del 5 febbraio scorso, nell’ambito dell’operazione Breakfast, quando gli investigatori della Dia ascoltano la telefonata tra l’ex ministro Claudio Scajola, arrestato per procurata inosservanza di pena, e la moglie di Matacena, Chiara Rizzo, anch’ella destinataria di misura cautelare. Senonche’ da un lato, secondo ambienti della Camera, non esistono conti correnti presso la Tesoreria della Camera intestati a singoli deputati o ex deputati, in quanto “i conti correnti bancari gestiti dal Servizio Tesoreria della Camera dei Deputati sono intestati alla stessa Camera dei Deputati, e sono utilizzati esclusivamente per la regolazione di partite contabili connesse all’attivita’ istituzionale di quest’ultima”. D’altro canto, invece, intervistato questo pomeriggio via Skype, lo stesso Amedeo Matacena ha confermato all’AGI “ho un conto corrente alla Camera”, spiegando pero’ che su quel conto sono transitati soltanto i pagamenti per l’assistenza sanitaria ai parlamentari e ai propri familiari, con quote da pagare semestralmente, e negando che tramite quel conto gli siano mai pervenuti soldi durante la latitanza. “Basta prendere l’estratto conto – ha affermato Matacena – per vedere quali sono stati i movimenti, un conto che e’ sempre stato a zero o quasi”. Zero, come il ricordo che di Matacena conserva Silvio Berlusconi, che intervistato da Tgcom24 dell’ex armatore ha detto: “Questo Signor Matacena io non me lo ricordo. Sara’ stato deputato di Forza Italia vent’anni fa …”. “I miei rapporti con Berlusconi all’epoca erano cordiali come quelli di tutti gli altri colleghi, assolutamente normali”. Ha risposto Matacena sul punto, affermando che “posso comprendere che il presidente Berlusconi non si ricordi di me con tutta la gente che ha avuto all’interno del Parlamento, sia alla Camera che al Senato, per cui non la vedo una cosa particolarmente strana da sottolinearsi”. Chi non l’ha dimenticato e’ l’ex ministro Claudio Scajola, con cui i rapporti “risalgono alla mia elezione alla Camera dei Deputati nel 94, sono sempre stati molto cordiali, si sono intensificati – ha evidenziato Matacena – quando ci siamo trasferiti a Montecarlo”. Matacena spiega cosi’ l’interessamento di Scajola: “E’ una persona che ha dei grandi valori umani, e sicuramente in questa situazione, essendo come un padre per mia moglie, lei gli ha chiesto aiuto, e che lui abbia cercato di aiutarla la ritengo una cosa moralmente importante”. Intanto questo pomeriggio e’ stata rinviata a mercoledi’ (per mancanza di alcuni documenti) l’udienza per l’estradizione di Chiara Rizzo, fermata ieri pomeriggio dalla polizia francese. “Ha dimostrato grande coraggio – ha detto Matacena – nel prendere la decisione di tornare, ha chiesto il divorzio perche’ non condivide la mia decisione di andare via, io preferisco aspettare i ricorsi da uomo libero, e non in carcere”.

Condividi