Caso Pelù: il cantante contro Renzi definito ‘boy scout di Gelli’

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Concert for the International Labour Day in San Giovanni's square in RomeDopo le dichiarazioni al Concertone del 1 Maggio a Roma che hanno scatenato polemiche, sul suo profilo Facebook, Piero Pelù, riferendosi alla frase “Non vogliamo l’elemosina di 80 euro, vogliamo lavoro“, spiega: ”Lo so che ci sono milioni di italiani che sopravvivono con stipendi o pensioni da vera fame, non volevo certo offenderVi”.

A Voi va tutto il mio rispetto e la mia solidarietà – scrive Pelù su Fb – non volevo certo offenderVi! Con tutta la calma del mondo credo però che sia importante capire che per costruire un futuro vero per se e per i propri figli ci sia bisogno solo di una cosa: il lavoro, onesto e… ben retribuito“. Il rocker aggiunge poi che “è chiaro che 80 euro al mese aiutano un mensile che sta tra i 700-1200 euro ma il problema di fondo rimane: dove sta il lavoro, quello a tempo INDETERMINATO che ti garantirà stabilità e poi la tanto agognata pensione? IO PARLO DA PERSONA LIBERA DA SCHEMI DI PARTITI E\O MOVIMENTI, ho avuto a che fare quanto basta con la “politica italiana” per capire che questa mossa da 80 euro di Renzi è una gran trovata pre-elettorale di grande effetto “TUTTI BRAVI TUTTI BUONI, MA SOLO IN TEMPO DI ELEZIONI“.

Questi soldi – afferma Pelùusciranno dalle tasche di chi li riceverà con la massima velocità come solo i grandi prestigiatori sanno fare. Come? Ad esempio con l’aumento delle accise su tutti i carburanti possibili e immaginabili, addirittura avremo le accise sulla birra… Aumenteranno le tasse sui rifiuti, diminuiranno i soldi per la scuola pubblica, diminuiranno i soldi per la sanità pubblica, aumenteranno i prezzi dei servizi “pubblici” che saranno privatizzati al più presto con aumenti incontrollati dei prezzi, poi diminuiranno le detrazioni per chi ha familiari a carico e per chi ha lavoratori dipendenti, questo giusto per massacrare le piccole imprese e quindi favorire solo un LAVORO: quello NERO“. Nell’intervento di ieri aveva attaccato anche le spese militari per gli F35: “dovevano essere 12, poi 15 ora 20 miliardi di euro, domani chissà?”. Poi conclude sintetizzando il suo intervento: “Tralasciando per un attimo la quantità di sprechi abominevole del nostro Stato, quanti 80 euro ci stanno dentro 20 miliardi di euro? ma soprattutto quanto LAVORO VERO E ONESTO si può creare con 20 miliardi di euro?“.

Contro Renzi, contro Marcello Dell’Utri, contro le toghe rosse che hanno condannato Berlusconi ai servizi sociali, contro la disoccupazione. Piero Pelù è scatenato durante la sua performance sul palco del Primo Maggio a Roma. “Gli F35 rubano i soldi a scuole e ospedali. Non vogliamo elemosine da 80 euro, vogliamo lavoro“, ha attaccato il rocker fiorentino. “Il non eletto, ovvero sia il boyscout di Licio Gelli – ha continuato Pelùdeve capire che in Italia c’è un grande nemico, un nemico interno che si chiama disoccupazione, corruzione, voto di scambio, mafia, camorra, ‘ndrangheta. La nostra è una guerra interna, il nemico è dentro di noi, forse siamo noi”. Pelù si scagli anche contro la guerra “gli unici cannoni che ammetto sono quelli che dovrebbe fumarsi Carlo Giovanardi”. “Maledette toghe rosse, giù le mani da Silvio, giù le mani da Marcellino. Dell’Utri torna, ti prego torna“, ha anche aggiunto ironico Pelù.

Pagherò le conseguenze di quello che ho detto – sottolinea il rocker fiorentino dopo il concerto – ma non me ne frega nulla. Questi ragazzi hanno bisogno di sentire qualcuno che dica certe cose. Ormai i mezzi di distrazione di massa sono compatti sulla propaganda. Ci vuole una voce fuori dal coro.Non ho detto nulla, ero posseduto dal ribelle che è dentro di me – ha ironizzato il rocker fiorentino – e comunque la cartina di tornasole è mia madre: mi ha chiamato e mi ha confermato ‘hai detto tutto bene'”.

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