Tolto il “segreto” sulle stragi italiane: emerge la verità su Ustica e Gioia Tauro?

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STRAGE PIAZZA FONTANA / SPECIALE 1Si ‘cambia verso’ anche sui documenti secretati. Da Piazza Fontana a Ustica, passando per la strage dell’Italicus e altri fatti di sangue degli anni di piombo, l’obiettivo del governo e’ assicurare trasparenza sugli atti, mettendo le ‘carte segrete’ nelle mani di tutti e contribuendo cosi’ a fare verita’ su vicende in molti casi nacora non chiarite. Il premier Matteo Renzi ha firmato la direttiva che dispone la declassificazione degli atti relativi ai fatti di Ustica, Pateano, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, Stazione di Bologna, rapido 904. ”Uno dei punti qualificanti della nostra azione di governo e’ proprio quello della trasparenza e della apertura”, ha detto il presidente del Consiglio, rimarcando che ”in questa direzione va la decisione di oggi che considero un dovere nei confronti dei cittadini e dei familiari delle vittime di episodi che restano una macchia oscura nella nostra memoria comune”. Poi, su twitter, Renzi scrive: “Abbiamo ‘declassificato’ i documenti su alcune delle pagine piu’ oscure della storia italiana”, allegando la foto del documento (con tanto di sottolineature con evidenziatore) con cui ha dato il via libera alla declassificazione “della documentazione relativa a gravissime vicende” e, specificamente, “degli atti concernenti gli eventi di piazza Fontana a Milano (1969), di Gioia Tauro (1970), di Peteano (1972), della Questura di Milano (1973), di piazza della Loggia a Brescia (1974), dell’Italicus (1974), di Ustica (1980), della stazione di Bologna (1980), del Rapido 904 (1984).

Secondo quanto stabilito nel Cisr (Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica) dello scorso venerdi’, la direttiva consente il versamento anticipato di carte classificate in possesso di tutte le amministrazioni dello Stato che rappresentano un importante contributo alla memoria storica del Paese. I documenti verranno versati secondo un criterio cronologico (dal piu’ antico ai tempi piu’ recenti), superando l’ostacolo posto dal limite minimo dei 40 anni previsti dalla legge (fatto che vale per tutte le Amministrazioni) prima di poter destinare una unita’ archivistica all’Archivio Centrale. ”E’ la piu’ importante operazione di declassificazione della storia repubblicana”, dice all’Adnkronos Marco Minniti, Autorita’ delegata per la sicurezza della Repubblica. ”L’obiettivo -spiega il sottosegretario con delega ai Servizi- non e’ quello di arrivare a una verita’ giudiziaria ma contribuire a rendere fruibili materiali e documenti a cittadini e studiosi, nella maniera piu’ trasparente possibile. Un contributo importante alla costruzione di una storia comune del paese”. ”Non e’ stato tolto il segreto di Stato, ma le classificazioni riservate”, spiega ancora Minniti. Il governo ”ha tolto i 4 livelli di classificazione (‘riservato’, ‘riservatissimo’, ‘segreto’ e ‘segretissimo’, ndr) non il segreto di Stato che su queste vicende non c’era enon e’ stato apposto. Percio’ -scandisce con chiarezza Minniti- il materiale secretato che verra’ trasferito agli Archivi sta nell’ambito di questi 4 livelli di classificazione”, contribuendo in maniera rilevante a far luce sulle stragi politiche che hanno segnato la storia degli anni ’70 e ’80 del nostro Paese.

”La direttiva che verra’ pubblicata in Gazzetta Ufficiale -sottolinea ancora Minniti- riguarda tutto il materiale in possesso della Pubblica amministrazione, quindi non solo il Comparto Intelligence ma il ministero dell’Interno, la Difesa” e altre amministrazioni pubbliche. ”Il segreto di Stato -ricorda- viene apposto dal governo di fronte a questioni che, se rivelate, minaccerebbero la sicurezza nazionale. Ma per legge tutti i reati che fanno riferimento a stragi, mafia e terrorismo, non possono essere sottoposti a segreto di Stato. Questo materiale sara’ ora sottoposto alla valutazione di tutti, studiosi, giornalisti e cittadini”. ”E’ un impegno importante che, per la sua parte, si e’ assunto il Comparto Intelligence”, dice all’Adnkronos l’ambasciatore Giampiero Massolo, direttore del Dis (Dipartimento Informazioni per la Sicurezza), spiegando che ”una commissione ‘ad hoc’, presieduta dal Dis e formata da rappresentanti delle due Agenzie, lavorera’ con speditezza e massima attenzione al lavoro portatov aanti negli anni dalla nostra Intelligence, per dare rapida e concreta applicazione alla direttiva del presidente del Consiglio, Matteo Renzi”. ”L’obiettivo -rimarca Massolo- e’ assicurare ai cittadini piena trasparenza e velocita’ nel trasferimento di atti e documenti del Comparto Intelligence agli Archivi di Stato”. ”E’ una firma importante, sollecitata anche dal Copasir”, sottolinea Giacomo Stucchi, presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.”Piu’ di un mese fa -spiega Stucchi- avevo scritto una lettera al governo in questo senso, a nome del Comitato. Ora, con la massima trasparenza e correttezza possibile, si fanno capire meglio momenti delicati del nostro Paese, ma si dimostra anche come determinate procedure di secretazione debbano essere usate con raziocinio, secretando il minor numero possibile di atti e solo per il tempo ritenuto strettamente necessario”. ”Da parte nostra -prosegue il numero uno del Comitato di palazzo San Macuto- c’e’ l’auspicio che possano ora essere pubblicati anche gli atti relativi alle stragi di mafia, e nei prossimi mesi speriamo ci siano passi avanti anche in questa direzione. Applicare una politica di massima trasparenza e conoscenza vuol dire anche avere massima democrazia”.

Sul versante politico, critiche arrivano da Beppe Grillo, che su Facebook scrive: ”Renzie e il segreto di Stato. L’abbiamo smascherato in mezzo secondo. Basta balle”. Mentre il senatore Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti umani, chiede che il governo ”renda noto in quali casi e in quali date e’ stato apposto il segreto di Stato e per quali di questi e’ tuttora valido”. Per il senatore del Nuovo CentroDestra, Giuseppe Esposito, ”e’ giusta la scelta del presidente del Consiglio sulla declassificazione degli atti relativi alle stragi, un modo per rendere giustizia ai familiari delle vittime e per rendere disponibili agli storici dei documenti inediti. Il vicepresidente del Copasir si augura che ”seguano l’esempio di Renzi anche i presidenti delle Camere, Grasso e Boldrini, rendendo pubblici tutti gli atti delle Commissioni di inchiesta parlamentari istituite nel corso del tempo. A partire, ad esempio, dagli atti della Commissione Mitrokhin che da troppo tempo giacciono nei cassetti e di cui in tanti vorrebbero conoscere il reale contenuto del dossier”. E se per Davide Faraone del Pd ”il governo Renzi, con la storica decisione di declassificare gli atti relativi alle stragi piu’ sanguinose della storia della Repubblica, dimostra (come sempre con fatti concreti) di stare dalle parte dei familiari delle vittime e della verita'”, ancora in casa del Partito democratico Rosa Calipari, membro del Copasir, sottolinea che la scelta di Matteo Renzi e’ un segnale di grande cambiamento da salutare con soddisfazione perche’ la trasparenza e’ un atto dovuto da parte dello Stato”. “E’ molto importante -rimarca Calipari- che il governo abbia scelto di rendere pubblici non solo gli atti contenuti negli archivi dei servizi ma di tutte le amministrazioni. Sulla materia della trasparenza degli atti c’e’ molto da lavorare e senz’altro non esaurisce il buco nero di ombre, reticenze, depistaggi che hanno impedito di ricostruire la verita’ sugli autori e le menti delle stragi. Come e’ noto, sulle materie oggetto della declassificazione annunciata dal presidente del Consiglio non c’e’ segreto di Stato, regolato dalla legge di riforma dei servizi segreti che lo impedisce. Si tratta, infatti, di stragi”.

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