Altro che tablet nelle carceri, in Calabria il primo braccialetto elettronico arriva dopo 13 anni

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Solo ieri il giudice Nicola Gratteri, nell’incontro organizzato nell’ambito del tour “Panorama d’Italia”, presentava alla stampa una sua curiosa proposta per informatizzare le procedure giudiziarie, dotando i detenuti di un tablet, sul quale inviare in tempo reale, tutti gli aggiornamenti sulla loro storia penitenziaria. Sarebbe un idea probabilmente utile, che permetterebbe di eliminare parecchia carta bollata e contemporaneamente di accorciare i tempi della giustizia, ma siamo sicuri che in Calabria siamo pronti ad idee così “futuristiche” come quelle concepite dall’acume del procuratore?
Oggi le agenzie di stampa battono una notizia interessante che deve far riflettere sulla lentezza con la quale la nostra Regione si adegua alle “novità” del Ministero della Giustizia.
È stato applicato, a Vibo Valentia, il primo braccialetto elettronico per il controllo a distanza dei movimenti dei detenuti sottoposti agli arresti domiciliari. Il pioniere calabrese è Antonio Cuturello, detenuto che potrà scontare, braccialetto alla caviglia, la pena nella propria casa.
L’utilizzo di questa tecnologia di controllo a distanza è stata introdotta dal legislatore italiano in occasione di uno dei tanti provvedimenti “svuota carceri” promossi dal ministero di grazia e giustizia. Il provvedimento che ha modificato l’art. 275 bis del CDP, risale all’ormai lontano 2001 e prevedeva come città pilota: Roma, Milano, Napoli, Torino e Catania.
Nel corso degli anni l’applicazione del braccialetto è diventata una prassi, per moltissime regioni italiane, nella concessione degli arresti domiciliari, dei permessi premio e dello svolgimento di attività lavorativa controllata.
La Calabria, che conta un numero notevole di detenuti nelle proprie carceri, arriva al suo impiego con ben 13 anni di ritardo.
È sempre un piacere ascoltare le proposte del giudice Gratteri, ma di questo passo arriveremo ad usare il tablet nelle carceri, quando ormai gli uomini avranno imparato a comunicare tra loro con la forza del pensiero.

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