In quell’occasione il cantautore scrisse la canzone “Fiorirà”, dedicata al coraggio dei ragazzi locresi che si sono schierati apertamente contro il crimine organizzato. “Era una canzone impegnata e poetica che evidentemente dette noia a qualcuno – ha dichiarato sulle pagine del quotidiano torinese – andai in Calabria con mia moglie e la bimba appena nata. Mi fu recapitata una lettera anonima con minacce molto pesanti, con richiesta economica bella consistente: altrimenti mi avrebbero mandato un bacio, di piombo. Con Antonella scappammo”.
Un’esperienza pesante quella vissuta da Pelù che però non lo ha intimidito nella sua attività di denuncia sociale.
Dopo un primo momento di sconforto, questo episodio si è trasformato in un’altra bella canzone che ha deciso di donare a Noemi e che ricorda Lea Garofalo, donna martirizzata dalla ‘ndrangheta e divenuta per tutti simbolo della lotta alla mafia.
Sconvolgente Piero Pelù: “a Locri la ‘ndrangheta mi minacciò di morte”
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