“E così – continua Barillà – negli anni come un copione ben scritto, quasi come la “Grande Bellezza”…tra feste e festini e tanto BLA BLA BLA…siamo giunti all’inevitabile, siamo passati dai fuochi d’artificio con musica in diffusione in via marina e notti bianche ad un grande vuoto e profonda delusione, per vuoto potremmo anche ironicamente parlare dei vuoti sotto il manto stradale oppure parlare di quel camion dei vigili del fuoco inghiottito dalla strada “La nostra città è e poteva essere ancor più un fiore all’occhiello, le sue contaminazioni culturali devono servirci da monito per favorire lo sviluppo del turismo”, bei pensieri che oggi lasciano il posto al degrado della città, per questo non servono le parole… bastano i disagi concreti che ogni giorno ognuno di noi è costretto a vivere…imparando purtroppo a coabitare con qualcosa che non meritiamo…per chi? Per cosa? Se è vero che siamo sempre stati bravi ad adeguarci alle circostanze più disperate,a questo punto l’invito e verso tutti dai 18 agli 80 anni ricominciamo da qui,l’imperativo e rimboccarci le maniche ricordandoci sempre e con orgoglio che siamo e saremo sempre i figli di una Sana “Grande Bellezza!”“
Reggio, la città Metropolitana e la Grande Bellezza
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