Reggio, adesso ci dicono che il commissariamento non è servito a nulla: oltre al danno anche la beffa, almeno abbiano la dignità di chiedere scusa alla città

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La due giorni della commissione parlamentare antimafia a Reggio Calabria s’è conclusa poche ore fa tra le polemiche: il presidente Rosy Bindi e il vice presidente Claudio Fava, esponenti di Pd e Sel, hanno dato l’impressione di fare una passerella propagandistica ed elettorale piuttosto che un incontro istituzionale.
Abbiamo infatti già riportato le dichiarazioni shock di Rosy Bindi su Scopelliti, così come accaduto anche per le polemiche innescate dalle parole di Fava a cui ha risposto Dorina Bianchi (Nuovo Centro/Destra), anche lei componente della commissione antimafia. Ma il punto non è questo. O meglio, non è il problema principale: sfruttare appuntamenti istituzionali così importanti per fare campagna elettorale non è certo una novità di oggi o un’esclusiva del centro/sinistra, ma piuttosto una questione etica che sta al senso dello Stato personale di ogni singolo esponente politico. Bindi e Fava hanno dimostrato di appartenere più che altro al loro partito, e molto meno allo Stato e al Paese che rappresentano con un ruolo super-partes che evidentemente non meritano, ma non è di questo che vogliamo parlare in quest’editoriale.

La riflessione più importante è quella che scaturisce dalle parole di Claudio Fava, che suonano come un’ulteriore beffa per la città di Reggio Calabria e per tutti i cittadini. “Devo segnalare – ha detto Favala preoccupazione colta nei nostri interlocutori sulla prospettiva che la ‘ndrangheta si stia preparando a correre in questa campagna elettorale per occupare i posti di governo della citta’ di Reggio Calabria. I voti servono anche per avere una presenza diretta in Consiglio comunale. Il rischio – ha aggiunto Fava facendo riferimento all’audizione dei componenti la Commissione straordinaria che sta gestendo il Comune durante il periodo di commissariamento – e’ che si arrivi alle elezioni con un lavoro di bonifica non cosi’ chirurgico e non cosi’ efficace come avrebbe dovuto essere e che non riesca a dare i risultati sperati. Occorre, a mio avviso, attivare un monitoraggio politico-democratico particolareggiato“. Da quale pulpito arriva la predica!

Adesso non è che noi vogliamo ergerci a paladini della verità o presuntuosamente affermare “l’avevamo detto“, ma è palese che in tempi non sospetti (prima dello scioglimento) avevamo scritto più volte che si trattava di un provvedimento inutile e sbagliato che non avrebbe risolto nulla ma soltanto provocato danni pratici gravissimi alla città, oltre a rappresentare una violazione della democrazia. Non c’è bisogno neanche di linkare tutti gli articoli vecchi due anni perchè basta una buona memoria per ricordare quali erano i toni e le posizioni del dibattito cittadino in quel caldo 2012.

Adesso sono passati due anni e proprio dallo stesso pulpito da cui ci dicevano che “i commissari avrebbero risolto tutti i problemi della città“, che “lo scioglimento per ‘ndrangheta era essenziale per ripulire Reggio dalla criminalità organizzata“, che “dopo lo scioglimento non ci sarà più la mafia“, che “questa è l’unica strada praticabile per eliminare le infiltrazioni mafiose a Palazzo San Giorgio“, che “la città si libera dal male e troverà finalmente il bene“, che “grazie allo scioglimento Reggio esce dal tunnel” e fandonie simili, ci dicono in modo così semplice e naturale che “lo scioglimento non è servito a nulla“. Ce lo dicono piano piano, sottovoce, in mezzo a mille altre dichiarazioni molto più forti affinchè questa passi in secondo piano. Affinchè chi la sera del commissariamento festeggiava e brindava, oggi non si debba vergognare.

Quest’atteggiamento rappresenta – oltre al danno – anche la beffa per la città che negli ultimi due anni senza Sindaco, senza Assessori, senza Consiglieri Comunali democraticamente eletti ha pagato come mai accaduto prima gli effetti della cattiva gestione della cosa pubblica. La città è abbandonata, senza un progetto, senza una guida, senza un’idea. Il degrado e l’abbandono si possono vivere ogni giorno nelle vie di Reggio, e che nessuno venga a dire che la colpa è di chi ha smesso di fare il Sindaco di questa città ormai più di 4 (q-u-a-t-t-r-o) anni fa.

Almeno abbiano il coraggio i vari Fava, Rosy Bindi, l’ex ministro Cancellieri e tutti coloro che per il commissariamento hanno spinto, hanno fatto pressioni a Roma, hanno fatto il tifo a Reggio, di scendere in piazza e chiedere scusa. “Ci siamo sbagliati, il commissariamento non ha risolto nulla, vi chiediamo scusa“.

Questo sì che sarebbe un atto dovuto.

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