Reggina, adesso Gagliardi ha anche il coraggio di prendersela con i “biscotti” delle altre…

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E’ una vergogna quello che ho visto negli altri campi. Non faccio i nomi, invito a guardare le immagini. Alcune squadre sono già in vacanza, noi invece abbiamo affrontato un Palermo giustamente combattivo. Io sono un onesto e quindi devo sottolineare quello che non mi piace, il calcio è infame e io non ho niente da spartire. Non apparterrò al calcio di domani e dirò sempre quello che penso“: parole dure, pesantissime quelle dell’avvocato Franco Gagliardi, solo formalmente allenatore della Reggina (mette la faccia alle azioni di Zanin, vero coach che però non ha il patentino per allenare in serie B e quindi deve essere affiancato da una figura che burocraticamente possa espletare quest’incarico). Dopo la sconfitta di Palermo che di fatto condanna la Reggina alla serie C, viste le contemporanee vittorie di Novara, Padova e Cittadella, questo è stato lo sfogo di Gagliardi in sala stampa allo stadio Barbera. Gagliardi ha poi concluso : “abbiamo ereditato una difficile situazione in classifica, 14 punti erano troppo pochi. Io e Zanin ne abbiamo già fatti 14, speriamo di farne tanti altri”.
In una situazione del genere, però, probabilmente sarebbe meglio fare “mea culpa” anzichè prendersela con gli altri: il Novara ha vinto senza appello contro un Trapani in crisi nera già da diverse settimane, il Cittadella ha sconfitto di misura e con le unghie un Cesena ancora in corsa per la Serie A diretta, quel 2° posto che vale il paradiso. L’unica formazione arrendevole è sembrata il Brescia che ha effettivamente spianato la strada al Padova, ma Gagliardi è un uomo di calcio nella Reggina da 40 anni e sa bene che le motivazioni contano più di ogni altra cosa, lo sa anche sulla sua pelle lui che nel 1996 ha salvato la Reggina con 4 vittorie consecutive nelle ultime 4 partite di campionato contro squadre nettamente più forti ma che scesero in campo meno motivate degli amaranto. E non è certo l’unico precedente: come dimenticare le partite contro Milan e Juventus capitate per 3 volte durante le 9 stagioni in serie A all’ultima giornata al Granillo in condizioni assolutamente demotivate rispetto agli amaranto che avevano bisogno della vittoria per salvarsi (e infatti hanno vinto)? Gagliardi è uomo di calcio e certe cose le sa bene, quindi da che pulpito arriva la predica?
E, ancora, di che cosa stiamo parlando? Se anche il Padova avesse perso a Brescia, la Reggina forse avrebbe avuto più chance di salvarsi? Davvero Gagliardi ci crede ancora? In palio ci sono 21 punti, la Reggina dovrebbe recuperarne 8 al Cittadella, 7 al Novara e 7 al Padova. Significa che anche vincerle tutte concludendo il campionato a 49, potrebbe non bastare. Ormai c’è solo la matematica tra la Reggina e la retrocessione in serie C, e anche questo Gagliardi lo sa bene. Da uomo di calcio. Ed è inutile che continua a parlarci di “ultima spiaggia” per la partita di sabato prossimo contro il Cittadella al Granillo. Gagliardi lo sa che il Cittadella ha fatto 7 punti nelle ultime tre partite. Due vittorie e un pareggio. La Reggina nelle ultime 7 ha racimolato 3 pareggi e4 sconfitte.
Piuttosto spieghi perchè  Di Michele e Strasser sono rimasti in panchina, perchè è stato sostituito Sbaffo, perchè hanno giocato contemporaneamente da titolari Di Lorenzo, BochniewiczContessa e Foglio, spieghi perchè si ostinano a propinare Adejo difensore centrale, lui che ha dimostrato di essere un difensore da serie A se fa l’interno destro di una difesa a tre, spieghi perchè Ipsa viene relegato in panchina e Maza è stato del tutto escluso dal gruppo. Già che ci siamo, spieghi perchè da gennaio la Reggina gioca con la difesa a 4 pur non avendo gli uomini per poterla fare, ci spieghi perchè Di Michele è messo lì unica punta con addirittura Gerardi a girargli intorno. Ci spieghi perchè in queste 14 partite la Reggina non ha mai saputo esprimere un briciolo di gioco, al contrario dell’inizio della stagione quando – prima dell’esonero di Atzori per Castori – la squadra si trovava a metà classifica con 9 punti dopo 9 partite e un gioco discreto nonostante gravi handicap in molti ruoli del campo. Ad esempio Gagliardi dovrebbe riconoscere, quando continua a fare paragoni improponibili col girone d’andata, che la Reggina ha giocato da agosto a dicembre praticamente senza portiere: Benassi che con le sue papere ha regalato punti a questo e a quello. A gennaio invece è arrivato Mirko Pigliacelli, una delle pochissime note positive di questo strazio di partite. Un portiere dal futuro assicurato, già adesso pronto alla serie A. Di questi 14 punti che Gagliardi rivendica con orgoglio, almeno 10-11 sono esclusivo merito suo, delle sue parate, dei suoi miracoli. E senza le sue prodezze, molte sconfitte sarebbero state devastanti (anche ieri sera, altro che 1-0…). Persino a Castellammare di Stabia contro l’ultima in classifica, la Reggina di Gagliardi ha rischiato di perdere in malo modo (due traverse hanno salvato la porta amaranto quando il risultato era ancora di 1-0, poi la partita è finita 1-1). La Reggina non ha saputo vincere contro Juve Stabia, Padova e Novara, e adesso ce la prendiamo con le vittorie delle altre?

Abbiamo sempre difeso e tutelato la Reggina quando effettivamente veniva bistrattata, ed è successo tante volte nella storia e a livello di errori arbitrali anche in questo campionato. Ma adesso prendersela con i presunti “biscotti” delle altre ci pare scandaloso. Piuttosto bisognerebbe fare “mea culpa“. Questa retrocessione, a prescindere dai risultati condizionati dagli episodi in modo particolare a inizio stagione quando con Atzori  si dominava senza raccogliere punti (vedi le partite con Bari, Varese, Novara e Carpi che per quanto visto in campo dovevano fruttare 12 punti invece ne sono arrivati 2), è una retrocessione che la squadra ha dimostrato di meritare sul campo, con prestazioni da serie C. Soprattutto da gennaio in poi.

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