Operazioni topografiche catastali a Motta San Giovanni (Rc): perplessità sulla consulenza tecnica del Comune

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Il Comune di Motta San Giovanni ha dato incarico- dice Vincenzo Crea Responsabile del Comitato spontaneo Torrente Oliveto ad un tecnico locale esterno al fine di accertare lo stato dei luoghi lungo il tratto stradale compreso tra il torrente Oliveto e l’edificio della scuola elementare di Lazzaro e verificarne la rispondenza sulla mappa catastale, con particolare attenzione ai luoghi occupati da alcune attività commerciali. Nel caso di specie, il tecnico, ha utilizzato strumenti e tecniche di rilievo di gran lunga superiori in termini di precisione a quelli utilizzati negli anni 30-40, periodo nel quale sono stati svolti i rilievi di impianti del catasto stesso. Per fare ciò, ha eseguito ben 7 stazioni celerimetriche, mantenendo, scrive lui, la precisione entro pochi centimetri. Il professionista giunge comunque ad una affermazione alquanto grave ovvero che la mappa sia del tutto incongruente e poi assolutamente inattendibile, in poche parole, asserisce che quanto svolto dai suoi colleghi topografi del tempo di impianto, sia tutto e comunque sbagliato. Ciò fa credere a chi non è del mestiere, che qualunque atto pubblico e/o privato che fa riferimento alla mappa in questione debba ritenersi falso, in quanto la base a cui fa fede è incongruente e inattendibile. Nel caso in questione, il tecnico relaziona in merito ad un confine, esso afferma che è l’intera mappa ad essere erronea, quindi, senza fare i dovuti accertamenti! Orbene, sarebbe il caso che il professionista, prima di sottoscrivere tale verdetto, verificasse ciò che mette per iscritto, in quanto, è un professionista prima di essere un giudice. Ma la cosa ancor più grave- continua- è quando aggrava il verdetto, asserendo e sottolineando che “… la mappa non può nemmeno essere utilizzata per nessun riferimento”, volendo così affermare quanto detto in precedenza, ossia, che la mappa non ha nessun valore, quando è ben noto il valore civile e legale che tale atto riveste e che per tali scopi è depositato presso l’Ufficio delle Entrate oggi, Agenzia del territorio ieri. La superficialità con la quale è stato eseguito il rilievo e conseguentemente redatta la perizia, è supportata anche dal fatto che, a poche centinaia di metri, sul costone che si affaccia ai luoghi di indagine, esiste ancora il vecchio trigonometrico catastale, detto “Gallice”, (per la conoscenza, il trigonometrico è un punto di riferimento, dal quale si è partiti per costruire la mappa catastale), quindi, oggi come ieri, basterebbe iniziare e svolgere le operazioni, stazionando su questo punto trigonometrico vicino “Gallice”, orientarsi sul trigonometrico “Faro dell’Armi”, ed effettuare le misurazioni del caso. Questa banale e alquanto semplice operazione di routine topografico, avrebbe non solo dato certezza alle operazioni topografiche effettuate localmente, ma concorrerebbe ad eliminare i dubbi, se è la mappa errata, oppure la posizione delle particelle in questione ubicate erroneamente, oppure, in ultima analisi i vincoli a cui il professionista si è appoggiato per i rilevamenti. Da queste osservazioni, la consulenza del professionista, rileva perplessità e dubbi, e non può essere assunta come prova della inattendibilità della mappa, a cui lo stesso è pervenuto. La mappa prima di essere dichiarata inattendibile- conclude Crea- deve essere sottoposta a precise e minuziose verifiche, che certamente non coincidono con le metodologie e tecniche utilizzate dal professionista. Questa associazione ha attivato, inviando la relazione sul rilievo redatta per conto del Comune di Motta SG, le Istituzioni e Enti competenti per le valutazioni e le urgenti determinazioni. Si è in attesa di risposta.

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