È finita la fuga di Dell’Utri. Ma piovono critiche su Alfano: “come ha fatto a estradare?”

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Si e’ conclusa la presunta fuga all’estero dell’ex senatore Marcello Dell’Utri, che da giorni aveva fatto perdere le sue tracce. “Marcello Dell’Utri si trova in questo momento negli uffici della polizia libanese – ha annunciato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a margine dell’assemblea del Nuovo centrodestra -. Dell’Utri e’ stato rintracciato a Beirut dalla polizia libanese, che ora e’ in contatto con quella italiana in ottemperanza con il mandato di cattura internazionale. E’ ora in corso una procedura che diventera’ estradizionale“.

La Corte d’Appello di Palermo aveva spiccato un’ordinanza di custodia cautelare per pericolo di fuga, a quattro giorni dall’udienza di Cassazione sulla condanna a sette anni di Dell’Utri, per concorso esterno in associazione mafiosa. Al momento di eseguire l’ordine, pero’, gli agenti della Dia hanno dovuto constatare l’assenza dell’ex senatore nel suo appartamento di Milano. Dopo giorni di silenzio, lo stesso Dell’Utri aveva parlato tramite il suo legale, Giuseppe Di Peri, che ha diffuso una nota in cui l’ex senatore afferma che “Tengo a precisare che non intendo sottrarmi al risultato processuale della prossima sentenza della Corte di Cassazione; e che trovandomi in condizioni di salute precaria – per cui tra l’altro ho subito qualche settimana fa un intervento di angioplastica – sto effettuando ulteriori esami e controlli. Apprendo della aberrante richiesta di preventiva custodia cautelare mentre mi trovo gia’ all’estero per il periodo di cura e riposo – afferma -. Rimango tuttavia in attesa fiduciosa del risultato che esprimera’ la Massima Corte che ha gia’ rilevato incongruenze e fumus nella prima sentenza di appello, annullandola conseguentemente. Mi auguro – conclude la nota – quindi che un processo ventennale, per il quale ritengo di avere gia’ scontato una grave pena, si possa concludere definitivamente e positivamente“.

Sulla sua posizione si sono fatte diverse ipotesi, prima tra tutti quella che si trovasse in Libano. A far propendere verso questa destinazione gli investigatori erano stati diversi fattori: dalle intercettazioni del fratello Alberto al fatto che il suo cellulale era stato localizzato il 3 aprile nelle vicinanze di Beirut, a un testimone che lo avrebbe notato su un volo da Parigi alla capitale libanese, seduto in un posto in business class il 24 marzo. Rimane, al momento, un giallo sul passaporto che Dell’Utri ha usato per espatriare. Sui media erano apparse diverse ipotesi, tra cui quella che l’ex senatore avesse potuto contare su un passaporto diplomatico. La Farnesina, pero’, ha smentito precisando di “non avere mai rilasciato un passaporto diplomatico all’ex senatore Marcello Dell’Utri. Gli e’ stato concesso un passaporto di servizio – previa acquisizione del necessario nulla osta della Questura competente – prima in qualita’ di deputato dal 24.1.1997 al 9.5.2001 e in seguito di senatore della Repubblica dal 24.1.2002 al 29.5.2006, poi rinnovato il 21.12.2006 e valido fino al 28.4.2011. Da ultimo – conclude il ministero -, ha ottenuto un passaporto di servizio in data 14.6.2012 con scadenza 28.4.2013, in quanto nuovamente eletto senatore nella XVI legislatura. Quest’ultimo documento e’ scaduto e non e’ rinnovabile“.

La presunta fuga di Dell’Utri ha causato malumori e dure critiche a livello politico, soprattutto verso il ministro dell’Interno Angelino Alfano. M5s e Sel avevano chiesto che chiarisse e invocato le sue dimissioni. “Non possiamo che augurare buona latitanza a Marcello Dell’Utri, amico fraterno di Berlusconi e del Pd e chiedere le dimissioni di Angelino Alfano – si legge in una nota dei parlamentari del movimento -, che fa arrestare e trasferire in Kazakistan una donna e una bambina perseguitate da quel regime, ma lascia fuggire i condannati per mafia“. Sel faceva eco ai M5s: “Il ministro Alfano si deve dimettere La fuga di Marcello Dell’Utri era prevedibile e il titolare del Viminale avrebbe dovuto porre in essere tutti gli strumenti operativi per prevenire, ed evitare, questa fuga“, aveva affermato il deputato Claudio Fava, vicepresidente della commissione Antimafia. Il Pd, invece si era limitato a chiede ad Alfano di chiarire “in Aula la vicenda Dell’Utri. Ma, soprattutto, faccia la sua parte per assicurarlo alla custodia cautelare. Il rischio che Dell’Utri potesse fuggire prima della sentenza definitiva della Cassazione, attesa per il 15 Aprile era stato denunciato adeguatamente – affermano Pippo Civati, Davide Mattiello e Luca Pastorino -. Perche’ non sono stati presi provvedimenti coerenti?La credibilita’ dello Stato subirebbe un altro colpo grave se dovesse essere confermata la fuga di Dell’Utri. Nessuno potrebbe credere all’incidente, nessuno potrebbe invocare la fatalita’. Ci auguriamo – avevano concluso i tre parlamentari -, che tutto possa essere risolto positivamente“.

Il Nuovo Centro Destra e Forza Italia, invece, avevano fatto quadrato attorno al ministro. “Invito i colleghi del M5s a ragionare e a ripassare le regole basilari dello Stato prima di dar fiato ai loro motivetti“, aveva detto la capogruppo Ncd, Nunzia De Girolamo, sostenuta da Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello. Nitto Palma di FI aveva definito l’atteggiamento dei grillini come “propagandistico“. “In fase giudiziale – spiega -, la liberta’ dei cittadini e’ nelle mani dei magistrati, non del ministro dell’Interno“.

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