Reggio, emergenza punteruolo rosso: sempre più a rischio le palme del Lungomare

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palmeRisale solo alla fine del mese di febbraio appena trascorso l’ultimo appello fatto dal FAI, da Intalia Nostra e dal Touring Club di Reggio Calabria, affinchè si provvedesse immediatamente a rallentare l’espandersi dell’ “epidemia”, derivante dall’ormai tristemente noto parassita delle piante, il punteruolo rosso. Si è già posta l’attenzione sui rischi che le palme secolari della nostra Via Marina (in modo particolare la specie Phoenix) stanno correndo, a causa dell’attacco del parassita.

A tal riguardo si era anche esposto Giuseppe Falcomatà (del Pd reggino), sottolineando la necessità di intervenire in maniera fulminea per frenare l’attacco del punteruolo, che dal 2005, anno del primo avvistamento in Sicilia, è presente in varie Regioni italiane. Il 29 gennaio, in seguito all’allarme dato, arriva un’ordinanza, emanata dalla terna Commissariale di Reggio, che obbliga, pena sanzioni di varia natura, i proprietari terrieri a monitorare periodicamente le palme, onde evitare il diffondersi della larva nelle zone circostanti a quelle infestate. Ed è proprio su quelle zone circostanti tanto care alla città di Reggio che ora ci soffermiamo: solamente questa mattina, sono state sdoganate alcune delle palme del Lungomare Falcomatà attaccate dal parassita, site nei pressi della Villa Comunale.

IMG_20140307_133123L’emergenza, in questo caso, non riguarda solo ed esclusivamente la possibilità di perdere una vegetazione che fa parte di Reggio dai tempi della ricostruzione, avvenuta dopo il terremoto del 1908, ma si rifà anche all’alto rischio in cui si trovano altre zone, adiacenti a quelle contaminate, che devono essere preservate.

Oltre alle gravi emergenze in cui in questo momento storico versa la nostra città (solo per citarne alcune, il commissariamento del Comune, l’emergenza dei rifiuti), come se non bastasse se ne presenta ancora un’altra.  Tagliare le palme, si è pensato fosse un rimedio adatto ad arginare il problema, ma forse non basta.

Si sta tanto parlando, sempre in merito a tale emergenza, di alcuni portentosi rimedi che un Agronomo originario di Catanzaro ha messo in atto per lottare contro il propagarsi del punteruolo rosso; il Dottore Francesco Zangari, infatti, si è impegnato attivamente, per tutto il corso della scorsa estate, nella salvaguardia di molte palme della città di Catanzaro, infestate dal pericoloso coleottero.

Zangari nasce a Borgia, in provincia di Catanzaro, e all’età di 12 anni si trasferisce con la famiglia a Catanzaro lido dove sviluppa il suo interesse per le piante, grazie a sua madre, una vera appassionata di piante e giardinaggio. Si laurea, in seguito, in Scienze Agrarie, specializzandosi in Tecniche di Gestione delle Aree verdi presso la Direzione ambiente del Comune di Firenze. Dal 1997 al 2001 collabora al progetto “Polis”, durante il quale viene realizzata la prima strada senza “allergie” a Firenze (Viale del Gignoro), attraverso l’utilizzo di piante dioiche femminili che non emettono polline.

È noto nel settore, ma anche al di fuori di esso, un libro scritto da Zangari, diviso in due volumi, “Giardini senza polline”, in cui si spiega dettagliatamente la teoria dell’Agronomo sulle piante senza polline nelle aree urbane, elaborata sulla base di analisi fatte su circa 200 piante.

Ritornando, però, al suo interessamento nei confronti della lotta al punteruolo rosso, anche grazie a lui, l’Amministrazione comunale di Catanzaro ha potuto formare una task force per contrastare l’epidemia. Il suo aiuto, inoltre, si è reso ancora più manifesto attraverso la  trasmissione, al Comune di origine, di “Linee guida sulla lotta al punteruolo rosso”.

Zangari, facente parte dell’Ordine degli Agronomi di Firenze, insieme al Dottor Walter Rottura di Catanzaro, non poco tempo fa ha effettuato un’attenta analisi su una palma infetta nel lungomare della città, dove è stata accertata la presenza del punteruolo.

IMG_20140307_133108Soffermandosi sulle varie fasi dell’operazione di pulitura della palma, si può intuire intorno a quali capisaldi si snoda il metodo di Zangari: il procedimento, hanno spiegato gli Agronomi, consiste nella messa a nudo del tronco, nel pulire a fondo con appositi strumenti tutta la parte interessata, per poi arrivare all’involucro contenente le larve del coleottero e asportarle completamente tramite l’irradiamento di un bicomponente a base di rame. Una rete fitta, messa intorno alla palma, poi, eviterà la fuoriuscita e la proliferazione dei parassiti. Per quanto riguarda il ciclo di vita dell’insetto, hanno spiegato sempre Zangari e il suo collega, i punteruoli adulti vivono fino a 6 mesi e, tra di essi, le femmine sono le più pericolose, in quanto depongono le loro uova in piccole cavità o in corrispondenza delle superfici di taglio delle foglie; queste larve, dopo la schiusa, entrano nella palma e si cibano dei tessuti vegetali, scavando la pianta in profondità. Completano, poi, il loro sviluppo entro 3 mesi e si impupano in bozzoli fibrosi e cilindrici; dopo un mese sono già in grado di infestare altre piante.

Ad ora, considerando quanto detto, abbiamo dati sufficienti per capire la portata della pericolosità del punteruolo rosso. È bene, però, farlo capire fino in fondo a chi di competenza, affinchè continui ad interessarsi alla nostra città, e non solo, perché una vegetazione così rigogliosa, con una storia di così grande rilievo alle sue spalle, com’è quella della nostra Via Marina e dei luoghi che da sempre hanno costituito un orgoglio per Reggio, non può morire così, senza nemmeno tentare di fare tutto ciò che è necessario per salvarla.

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