Patti (Me), il 27 marzo il concerto-teatro di Fausto Mesolella, chitarrista degli Avion Travel. L’intervista

StrettoWeb

di Giuseppe Giarrizzo – Cresce l’attesa per il concerto-teatro di Fausto Mesolella, il noto chitarrista degli Avion Travel, in programma giovedì 27 marzo alle ore 21:15 presso il teatro comunale “Beniamino Joppolo” di Patti. L’appuntamento s’inserisce nell’ambito della rassegna teatrale “Aestetis-Percezioni”organizzata dal Comune sotto la direzione artistica di Anna Ricciardi.

Sul palcoscenico del “Beniamino Joppolo” l’artista, che si esibirà con il maestro di pedal steel Ferdinando Ghidelli, ripercorrerà la sua carriera musicale proponendo le canzoni scritte per alcuni dei maggiori protagonisti della musica leggera italiana, da Bocelli alla Mannoia, dalla Nannini a Tricarico, senza tralasciare qualche incursione negli album dei suoi Avion Travel.

Personaggio unico nel panorama della musica italiana, Mesolella mantiene intatta la saldezza e la cristallina trasparenza dei principi della creazione artistica: comporre per ispirazione mantenendosi estraneo alle suggestioni del mercato.

Nel corso della sua carriera artistica ha partecipato a quattro edizioni del Festival di Sanremo come compositore e arrangiatore. Nel 1998, alla 48esima edizione, vince il premio della critica “Mia Martini” con il brano Dormi e sogna, mentre nel 2000 vince l’edizione numero 50 del Festival con il brano Sentimento.

Di seguito l’intervista rilasciata da Fausto Mesolella a pochi giorni dalla sua esibizione al Beniamino Joppolo di Patti:

A Patti c’è grande attesa per il tuo concerto. Questa volta però, dopo l’esperienza di Tindari al fianco di Mannarino, ci torni con la tua musica. Che genere di repertorio proporrai?

Farò il mio concerto di chitarra. Ma all’interno ci sarà spazio per raccontare degli episodi che riguardano  la genesi delle viarie canzoni che ho scritto per artisti come la Mannoia, Maria Nazionale e Tricarico.

Un concerto- teatro?

Esattamente:  una prima parte sarà dedicata alla chitarra e alla musica in senso stretto, poi ci sarà spazio per una narrazione dove la musica sarà comunque protagonista ma in una forma diversa, attraverso il racconto delle mie esperienze con altri artisti italiani e della nascita dei brani che ho composto per loro.

Perché questa scelta?

Perché ritengo sia giusto adeguarsi all’ambiente in cui ci si trova. Patti mi ha offerto l’occasione di esibirmi nell’ambito di una rassegna teatrale, per cui mi sembrava corretto proporre qualcosa che si adattasse ad un pubblico amante di teatro.  

Durante la tua carriera hai calcato palcoscenici importanti e hai anche vinto la 50esima edizione del Festival della canzone italiana. Ma quali sono  le emozioni che si possono ricevere dall’esibirsi in un piccolo teatro di provincia?

Le emozioni sono tantissime. Io preferisco il piccolo teatro di provincia  perché so che la gente viene proprio per ascoltare me, facendomi sentire una vicinanza straordinaria. Il grande palco, invece, è  per persone sole.

Al tuo fianco giovedì ci sarà Ferdinando Ghidelli.

Con Ferdinando siamo amici sin da piccoli e insieme abbiamo percorso parecchie esperienze musicali. In più lui suona la pedal steel, uno strumento molto particolare che riesce ad esprimere il massimo proprio in questo genere di concerti. È un immenso piacere avere Ferdinando al mio fianco, sia per la grande professionalità che lo contraddistingue, sia per il forte legame che ci unisce.

Ci saranno altre tappe in Sicilia?

No, quella di Patti è l’unica data siciliana.

E poi cosa farai?

Subito dopo continuerò a promuovere l’album Dago – Red insieme a Raiz, storica voce degli Almamegretta. Si tratta si un lavoro in cui rendiamo omaggio ai nostri miti musicali eseguendo brani che sono per noi la punta dell’iceberg di ciò che più amiamo.

L’ispirazione e il sentimento sono gli ingredienti principali della tua musica che va ben al di là delle mode del momento o dei gusti musicali che vanno per la maggiore. Insomma, ti reputi un outsider?    

No, semplicemente cerco di fare arte nutrendomi di arte. Per questo evito di ascoltare la radio che a livello musicale rappresenta il danno culturale più grosso. Naturalmente non mi riferisco a tutte le radio ma solo alle major che propinano di continuo  la peggiore immondizia musicale. Inoltre evito di guardare la televisione: anch’essa ha contribuito alla rovina totale dell’arte in genere e della musica in particolare attraverso i talent show. Personalmente vado dritto lungo il percorso culturale che mi è stato insegnato cercando di nutrirmi esclusivamente di arte.

Verso chi credi di aver contratto il debito più grande nel tuo percorso artistico?

Musicalmente non ho avuto maestri poiché sono un autodidatta. Culturalmente credo che Lilly Greco della Rca sia stato il più importante maestro di vita che abbia avuto. È stato produttore di artisti come Conte e De Gregori aprendo in Italia una corrente musicale straordinaria. È lui ad avermi dato le più importanti lezioni di arte e dei cultura.

Nella galassia musicale italiana hai un posto di tutto rispetto, nonostante, come si diceva, ti tieni un po’ alla larga dalle suggestioni del mercato. Oggi la musica made in Italy dove sta andando? Sanremo, ad esempio, sembra aver perso l’appeal di un tempo. Cosa ne pensi?

Sanremo sta dentro Sanremo, inizia e finisce lì, è la storia che lo dice. Di certo dovrebbe rinnovarsi ma non ne ha la capacità e forse nemmeno la voglia. La vera musica è tutt’altra cosa, è quella che  sta nelle cantine, che sperimenta nuovi linguaggi. La vera musica è quella che si fa nei teatri, nei pub, per la strada. È underground. E a farla davvero sono i giovani, ma non quelli che vanno a Sanremo,quelli sono già vecchi.

 

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