Lamezia Terme: gli studenti del “Campanella” accolgono la primavera nel segno del genio femminile di ieri e di oggi

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20140321_114437_resizedArtemisia Gentileschi, Frida Kahlo,  Manuela Carrano,  Elisabetta Sirani. 4 donne, 4 artiste vissute in tempi diversi legate dal filo rosso del genio femminile, dalla forza propria delle donne di generare bellezza scontrandosi con una società  “maschia” che, ieri come oggi, cerca di spegnere l’estro femminile, di non dare spazio, di soffocare il desiderio delle donne di essere se stesse. Nel segno delle donne artiste, la prima giornata di primavera al Liceo “Campanella”, che ha accolto la “stagione del risveglio” con una 24 ore no stop tutta al femminile, organizzata dalla professoressa Michela Cimmino nell’ambito delle attività del Pon Scuolinforma cofinanziato con fondi europei. Protagonisti della giornata, le studentesse e gli studenti del Campanella che hanno presentato le loro ricerche sulle figure femminili spesso dimenticate dai libri di storia, vittime di un oblio che è l’esito finale dell’isolamento e dell’indifferenza a cui furono sottoposte durante la loro vita.

Di Artemisia Gentileschi ha parlato Gianmarco Lucia definendo l’artista del barocco una donna  che “grazie alla sua forza, al suo coraggio e all’’amore per l’arte è riuscita ad affermarsi non solo come artista ma come antesignana di una nuova consapevolezza di genere in tempi bui per la condizione femminile”. A far rivivere i momenti della “passione” di Artemisia, la tortura  inflittale per costringerla a deporre le accuse contro lo stupratore Agostino Tassi, le voci di Aurora Del Re e Domenico Massimo.  “Rotta ma felice fin quando potrò dipingere” diceva di se stessa l’artista messicana Frida Khalo, presentata da Claudia Montesanti, che ha evidenziato lo spirito libero e controverso di una donna che, segnata dal dramma di un incidente che la rese disabile, continuò a  sentire in sé quell’impeto di libertà che le faceva dire “che me ne faccio di voi, piedi, se ho le ali per volare”. E poi Elisabetta Sirani – presentata da Francesca Bandiera e Martina Mastroianni – che nel 1662 diede vita a una bottega per sole donne donne, dove le sue allieve impareranno un mestiere che fino ad allora era prettamente maschile.  Un desiderio di autenticità della donna che passa dal corpo, rappresentato nei “corpi timbrati” dell’artista contemporanea Manuela Carrano, presentata da Rosy Giudice, che nelle sue opere marca la crudeltà con cui gli individui vengono continuamente giudicati e ingabbiati dalla società.

I drammi delle donne di ieri e di oggi, la sofferenza brutale rievocata nel racconto dello stupro della giovane taurianovese Anna Maria Scarfò, raccontato nel libro “Malanova” e interpretato da Andrea Guzzo e Elisabetta Cantafio.  Ragazze e donne che ce la fanno a vincere i muri dell’indifferenza e del pregiudizio, come Su Meyye Tasan, studentessa del Campanella, venuta in Calabria dalla Turchia, che ha condiviso la sua testimonianza evidenziando come l’integrazione è possibile se ci si sente protagonisti in prima persona della comunità in cui si vive.

Ad arricchire la giornata – conclusasi con la proiezione del film “La dolce vita” di Federico Fellini in collaborazione con l’associazione Momenti d’autore – le opere delle artiste lametine Manuelita Iacopetta, Ines Bova,Andrea Cimmino, Federica Curcio, Manuelita Iacopetta, Eleonora Pollice, Elisa Trapuzzano e l’esposizione fotografica sulle “maschere” della donna a cura di Damiano Cerra. Presenti all’iniziativa, gli assessori Giusi Crimi, Rosario Piccioni e Francesco Cicione.

“Iniziative come queste si inseriscono nel percorso del  nostro istituto che pone lo studente al centro dei percorsi formativi” ha  affermato il dirigente Giovanni Martello esprimendo il proprio apprezzamento per l’iniziativa e  a invitando gli studenti a “ricercare la gioia vero antidoto contro le soddisfazioni momentanee che vi lasciano insoddisfatti”.  Per la professoressa Michela Cimmino “essere giunti all’ottava edizione della manifestazione di inizio primavera è la conferma della risposta positiva degli studenti a una didattica nuova, capace di confrontarsi con i temi dell’attualità quali la condizione delle donne di ieri e di oggi, le tante sbandierate “pari opportunità” che spesso nascondono “dispari opportunità”, per trasmettere ai nostri studenti un sapere che sia motore di un protagonismo civico e responsabile”.

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