Gioia Tauro (Rc), lettera di Roberto Capua di elogio ai volontari della Croce Rossa

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Lettera integrale di Roberto Capua, Dirigente Referente Servizio di Pronto Soccorso P.O. Gioia Tauro:

L’opera meritoria del volontariato diventa importante se non addirittura,in determinate circostanze(vedi paesi del terzo mondo),essenziale per la sopravvivenza di tali popolazioni.
La Croce Rossa,voluta da una brillante intuizione di Henry Dunant, che dopo aver assistito il 24 giugno del 1859 ad una delle battaglie più sanguinose che l’Europa abbia mai vissuto appunto la battaglia di Solferino, ha come mission l’educazione sanitaria e la cultura dell’assistenza della persona,e dove sempre maggiore risultata l’impegno di tale organizzazione in operazioni umanitarie militari in aree di crisi internazionali.
Tra le tante opere di volontariato offerte dalle svariate organizzazioni umanitarie governative e non ,troviamo un fulgido esempio senza allontanarsi troppo,quasi accanto a casa nostra, rappresentato dai volontari della Croce Rossa di Gioia Tauro, diretti dal presidente del comitato locale di Gioia Tauro Sig. Martino Serpico, coadiuvati dal responsabile sanitario Dott. Giovanni Antonio Borgia,costituendo un vanto per la locale sezione, in quanto da diversi mesi, in silenzio senza fragori, svolgono opera di volontariato assistendo i malati presso il servizio di Pronto Soccorso del P.O. di Gioia Tauro.
A me pare giusto e corretto dare opportuna informazione e risalto alla popolazione della piana, dell’opera preziosa e caritatevole di assistenza ai degenti che i volontari della Croce Rossa stanno offrendo presso il Pronto Soccorso del presidio ospedaliero di Gioia Tauro.
Tale servizio viene offerto in forma assolutamente gratuita, senza alcun rimborso, contrariamente a innumerevoli pseudo organizzazioni di volontariato pagate,a titolo di rimborso, molto “profumatamente”, anzi alcuni volontari non essendo residenti nella cittadina pianigiana devono sborsare di tasca propria i soldi per raggiungere il presidio, ma lo fanno ben volentieri sapendo di ricevere in cambio la riconoscenza degli ammalati.

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