Barcellona (ME): il pentito Campisi parla al processo della mafia barcellonese

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Salvatore Campisi ha scelto la via della collaborazione e adesso fa nomi  e cognomi dei soggetti protagonisti dell’ultima guerra di mafia nel barcellonese.

Campisi è stato sentito in videoconferenza nel processo dell’operazione Mustra che due anni fa permise alle forze dell’ordine di arrestare le nuove leve di Cosa Nostra che si preparavano a far fuori i vecchi padrini. Proprio le dichiarazioni di Campisi, pentitosi dopo l’arresto nell’agosto 2011, consentì di allestire l’operazione.

Ora Campisi, interrogato dal sostituto della DDA Giuseppe Verzera e della Procura di Barcellona Francesco Massara, ha ribadito le sue accuse.

Nel luglio 2011, dopo gli arresti dell’operazione Gotha che portò in carcere boss e gregari della mafia del Longano, Campisi fu nominato reggente del gruppo di Terme Vigliatore. A capo di un gruppo di giovani ambiziosi aveva l’ordine  di consegnare ai barcellonesi i proventi delle estorsioni a commercianti ed imprenditori. L’intenzione però era di far fuori tutti i vecchi capi e scalare posizione all’interno della cupola mafiosa. In quel periodo incontrò Giovani Perdichizzi, uomo del boss Filippo Barresi che gli intimò di consegnare a lui i soldi delle estorsioni in quanto aveva intenzione di mettersi in proprio.

Proprio per questi atteggiamenti Perdichizzi veniva considerato inaffidabile dalla famiglia mafiosa ed infatti fu ucciso la sera del primo gennaio 2013 in un bar di S.Antonio a Barcellona a colpi di lupara. Campisi fu arrestato qualche mese dopo.  Il pentito ha poi confermato i dettagli dell’uccisione del vivaista Ignazio Artino, assassinato il 12 aprile 2011 davanti alla sua abitazione di Mazzarrà S.Andrea.

Con questo delitto Campisi voleva affermare la propria egemonia sulla gestione delle estorsioni a Terme Vigliatore . Per questo chiese il permesso al boss Giuseppe Treccarichi che gli diede il suo assenso anche perché Artino aveva tenuto per se i proventi di alcuni estorsioni.

Campisi, insieme con Carmelo Maio, attese Artino protetto dall’oscurità e lo uccise con due colpi di lupara non appena l’uomo scese dall’auto. Il processo è  riprenderà l’11 aprile con il controesame del collaboratore di giustizia.

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