Serie B, Novara-Reggina: un match che potrebbe valere una stagione intera. Per entrambe

StrettoWeb

di Simone Balocco – Nella storia recente del Novara Calcio, la parola “Reggina” fa venire in mente solo dolci ricordi. Nessun tifoso azzurro dimenticherà facilmente ciò che avvenne la sera del 5 giugno 2011, quando al minuto 89 della partita di ritorno della semifinale playoff proprio contro i calabresi, capitanati da Emanuele Bonazzoli, in vantaggio per 1 a 2, Marco Rigoni tirò fuori dal cilindro quel fantastico tiro al volo che si insaccò all’incrocio dei pali, portando il Novara a giocarsi la serie A (poi ottenuta) nella finale contro il Padova.

Corsi e ricorsi storici: sabato scorso il Novara ha incontrato proprio il Padova mentre sabato affronterà i calabresi in un match molto delicato in chiave salvezza.

Il match di andata si è giocato il 21 settembre al “Granillo” ed è terminato sul punteggio di 1 a 1: passa in vantaggio il Novara al 28′ con un tiro di Pablo Gonzalez deviato dal reggino Giuseppe Colucci nella propria porta, beffando Massimiliano Benassi, ma i padroni di casa trovano il pareggio nella ripresa, al 71′, con un gol di Manuel Fischnaller.

Allora gli azzurri non stavano andando malissimo in campionato, avendo conquistato 8 punti in cinque partite. Quella trasferta è lontanissima oggi, non solo temporalmente ma anche…calcisticamente, perchè se quel Novara lottava per le zone alte della classifica, quello di oggi è tutt’altra cosa, una squadra che non lotta, quando invece la parola “lottare” fa parte del vocabolario dei tifosi. Tifosi che finora hanno contestato per ben due volte contro squadra e società a Novarello.

La crisi del Novara questa stagione ha toccato un primo picco negativo il 17 novembre, con gli azzurri sconfitti 2 a 1 al “Provinciale” di Trapani. Quella contro i ragazzi di Boscaglia è stata la quinta sconfitta su quattordici partite disputate fino a quel momento, portando in cascina solo 13 punti, meno di un punto a match. La dirigenza il giorno dopo ha preso due provvedimenti: l’allontanamento del direttore sportivo Luca Cattani e l’esonero di mister Alfredo Aglietti, sostituito con Alessandro Calori.

Il tecnico di San Giovanni Valdarno, artefice della “remuntada” della scorsa stagione, ha pagato in prima persona una crisi di gioco e di risultati molto preoccupanti che hanno portato ad una classifica deludente e con alcuni giocatori, visti i presupposti del mercato estivo, troppo sotto le aspettative. Il mister toscano, fautore del 4-3-3, ha fatto rivedere al “Piola”, ed in giro per l’Italia, il bel gioco dei tempi tesseriani e con gli innesti di Riccardo Colombo (in campo quel famoso 5 giugno con la maglia della Reggina), Alessandro Crescenzi ed Haris Seferovic a gennaio, il Novara ha rimontato in classifica, giugendo meritatamente quinto da penultimo che era a dicembre.

Alessandro Calori, invece, la scorsa stagione aveva portato il Brescia a disputare anch’esso i playoff ed è giunto a Novara sotto i migliori auspici, visti i suoi precedenti come allenatore (uno su tutti, la promozione in B del Portogruaro nella stagione 2010/2011). La piazza novarese, tranquilla ma comunque vogliosa di risultati, aveva accettato la scelta dell’esonero “con riserva”, visto che, secondo il tifo azzurro, la colpa non era solo da attribuire all’allenatore, ma anche ai giocatori ed alla società. Ironia della sorte, Alfredo Aglietti è stato esonerato 366 giorni dopo il suo arrivo sulla panchina azzurra dopo l’esonero della coppia Gattuso-Perrone, subentrata tre settimane prima ad Attilio Tesser.

Però neanche Calori è riuscito a portare i risultati sperati e domenica mattina la squadra ha toccato il suo secondo picco negativo stagionale: dopo la sconfitta di Padova, il tecnico aretino è stato sollevato dall’incarico, in quanto in undici partite ha racimolato solo 11 punti, con sei sconfitte, di cui tre nelle ultime tre partite. Calori ha pagato troppi errori, dall’impostazione tattica della squadra ad alcune sostituzioni non proprio azzeccate. E la dirigenza ha richiamato sulla panchina Alfredo Aglietti, con cui ha in essere un contratto fino al 30 giugno 2016. Contratto “rinforzato” lo scorso giugno come premio per lo strepitoso girone di ritorno, visto che il rapporto di lavoro sarebbe scaduto al termine della scorsa stagione. E come non premiare un uomo che ha portato una squadra ad assaporare il ritorno in serie A dopo la paura della retrocessione a dicembre? L’ex tecnico dell’Empoli è stato richiamato anche dalla “piazza” a gran voce, in quanto lo considera l’unico in grado di poter risollevare le sorti di questa maledetta stagione.

E sabato al “Piola” arriverà una squadra che è a soli due punti dal Novara che però sta facendo un campionato molto deludente dal punto di vista dei punti realizzati, delle prestazioni con troppo cambi repentini in panchina (1a giornata alla 10a Gianluca Atzxori, dalla 11a  alla 16a Fabrizio Castori, dalla 17a fino ad inizio gennaio ancora Atzori per poi essere ancora esonerato in favore di Franco Gagliardi). E la Reggina, che lo scorso 11 gennaio ha festeggiato i cento anni di vita, senza ombra di dubbio verrà a Novara con il coltello tra i denti alla ricerca di disperati punti salvezza e magari sorpassarci. Se ci fosse il vecchio Totocalcio sarebbe una partita da 1X2, ma i tifosi azzurri sperano in un “1” fisso, incollato con il cemento armato.

A differenza della partita dell’andata non ci sarà l’ex Gianmario Comi, passato in prestito alla Virtus Lanciano a gennaio. L’attaccante classe 1992 ha fatto una prima parte di stagione molto pessima con la maglia del Novara, deludendo le aspettative che i tifosi, e la società, avevano verso di lui e il giocatore si è visto tra l’altro sorpassare, meritatamente, nella lista degli attaccanti addirittura dall’eterno Raffaele Rubino che, a 36 anni suonati, si trova oggi capocannoniere della squadra con sei reti. Comi ha chiuso la sua esperienza in azzurro con sole due reti segnate in partite ufficiali, mentre lo scorso anno in riva allo Stretto di reti ne aveva messe a segno ben 11 in campionato.

Ma il più atteso sabato sarà proprio Alfredo Aglietti, giocatore indimenticato dai tifosi reggini che grazie ai 38 gol messi a segno nelle due stagioni in cui militò in Calabria, dal 1994 al 1996, contribuì alla promozione per la prima volta in serie cadetta del sodalizio allenato allora da Giuliano Zoratti. Aglietti ai tifosi del Novara piace da impazzire, un po’ perchè è un vincente, un po’ perchè è anche un sergente di ferro (vedere i suoi allenamenti per rendersene conto) e un po’ perchè è uno concreto. E per i nuares (novaresi, trad.) la concretezza è un valore assoluto ed imprescindibile.

Non si sa ancora chi scenderà in campo sabato, ma una cosa è certa: il modulo di gioco sarà l’”agliettiano” 4-3-3, ma a oggi solo pochi giocatori hanno (forse) la certezza di avere una maglia da titolare: il portiere Thomas Kosicky; il centrale difensivo destro Romano Perticone; i due terzini, arrivati con il mercato invernale, Alessandro Lambrughi (dal Livorno) a sinistra ed Alessandro Crescenzi (dall’Ajaccio via Roma) a destra; Daniele Buzzegoli in mezzo al campo e Marco Sansovini in attacco, giunto dallo Spezia.

Sono da valutare le condizioni di Carlalberto Ludi in difesa e la possibilità di schierare Marco Rigoni a centrocampo e di Flavio Lazzari in attacco, il vero trascinatore della squadra ma che ultimamente gioca molto sotto i suoi standard. Lotterà per una maglia da titolare, nel tridente d’attacco, anche Raffaele Rubino, fresco del raggiungimento del record, che durava da sessant’anni anni, di secondo marcatore di sempre con la maglia azzurra, raggiungendo Silvio Piola ad 86 reti e voglioso di superarlo.

Uno dei compiti più delicati che spettano ad Alfredo Aglietti sarà anche il recupero fisico e mentale di Pablo Gonzalez, che da almeno quattro mesi non gira come una volta, tanto da aver perso i “galloni” di titolare nell’attacco azzurro in queste ultime partite.

Dubbi “piacevoli” di formazione li hanno portati anche due giovani della Primavera oramai facenti parte della prima squadra: il centrale difensivo sinistro Francesco Vicari, classe 1994, e l’attaccante, suo coetaneo, Jacopo Manconi, autore finora di partite pregevoli condite da ben due assist vincenti, e che potrebbero sconvolgere i piani del tecnico. I due giovani atleti hanno siglato la scorsa settimana i loro primi contratti da calciatori professionisti e sono frutto di un vivaio molto ricco di giovani promesse, una delle quali è Paolo Faragò, centrocampista classe ’93, già autore di quattro reti finora in campionato.

Il Novara dovrà fare a meno per almeno un mese della presenza a centrocampo di Simone Pesce, infortunatosi al ginocchio destro sabato all’”Euganeo”. Fortunatamente l’intervento chirurgico sarà evitato, ma la sua assenza in mezzo al campo peserà. Pesce, la scorsa stagione, il 2 marzo, ha segnato il gol del vantaggio contro la Reggina. In più Agleitti dovrà valutare se potrà schierare dal primo minuto Simon Laner, arrivato dall’Hellas Verona a fine mercato invernale, ma un infortunio gli ha impedito di debuttare in maglia azzurra.

L’obiettivo del Novara ora è risalire la classifica, obbligatoriamente. E’ anche permesso che si giochi male, ma c’è da uscire dalla “palude” della zona retrocessione costi quel che costi. E’ un dovere, anche verso la tifoseria.

Per gli azzurri sabato sarà l’ultima chiamata ed i giocatori all’entrata in campo, sotto le note del mitico inno “Và Novara và”, dovranno urlare “ci siamo!”, dimostrando che credono anche loro nei loro mezzi. E se non sarà una “remuntada II”, pazienza.

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